martedì 8 marzo 2016

Miss Violence di Alexandros Avranas, dramma familiare di abusi perpetrati in un clima apparentemente tranquillo (in realtà intollerabile). Attori bravissimi, regia solidissima, sceneggiatura perfetta per un film agghiacciante

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film di un regista greco che ha avuto molto successo alla Mostra del Cinema di Venezia e che è piaciuto anche al pubblico (circoscritto).
Mi riferisco a Miss Violence di Alexandros Avranas.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, immagini e testi SPOILER]:





Miss Violence di Alexandros Avranas del 2013. Con Themis Panou, Rena Pittaki, Eleni Roussinou, Sissy Toumasi, Kalliopi Zontanou, Constantinos Athanasiades. (98 min. ca.)
Angeliki, il giorno del suo undicesimo compleanno, si getta dal balcone. Eppure la famiglia sembra a posto, con una madre, un padre, altri tre ragazzini e una nonna. Ma ben presto si scoprirà che i ruoli al suo interno sono particolari e che il capofamiglia nasconde un segreto (oltre a molti altri disseminati qua e là). 





















 
Pellicola greca vincitrice del Leone D'Argento alla Mostra del Cinema di Venezia e tratta - pare - da una storia vera, parla di una famiglia all'apparenza normale, tranquilla. Ma dai primi minuti lo spettatore capisce che c'è qualcosa di disfunzionale: vigono regole rigide, la privacy è assente. 
Poi piano piano viene a sapere che il quello che si pensa sia il padre invece è il nonno. 
Nonno che obbliga le figlie, la nipote - e prima ancora l'altra nipote, quella che si è tolta la vita - a prostituirsi. E come se non bastasse ne abusa anch'egli. E la moglie è invece sottomessa, quasi inebetita. Anche se vedremo nel finale cosa sarà capace di fare. 
Il regista riesce ricostruire la situazione anche senza mostrare esplicitamente (tranne alcune scene realmente forte e intollerabili che costituiscono l'apice e la rivelazione totale di quel non detto fino a quel punto adoperato come scelta narrativa): la violenza è invisibile ma nell'aria. 
Per la tensione dei protagonisti durante i normali momenti quotidiani come i pranzi o le cene (eccellente l'utilizzo degli interni. Anche quelli apparentemente ordinari, che non farebbero mai immaginare ciò che vi avviene realmente. Le varie carrellate sottolineano proprio questa sensazione), le abitudini e i ricatti del nonno che maltratta questi nipoti - indesiderati - e che pretende da loro una disciplina assurda, inspiegabile. 
Un plauso anche alla sceneggiatura senza difetti e agli attori. Themis Panou, "il nonno", ha vinto meritatamente la Coppa Volpi: ambiguo, viscido, davvero insopportabile. Bravi anche i ragazzini ad interpretare dei personaggi castrati e completamente sotto il controllo del padre padrone. Ottima anche Eleni Roussinou: il suo sguardo spiritato il suo sorriso malinconico sono indimenticabili. 
Un film inquietante, strisciante, perverso, di agghiacciante lucidità, realmente disturbante da star male, che macina dentro e continua a tormentare anche a visione terminata lasciando un groppo in gola per la rabbia e la tristezza. 
(Ottimo anche l'uso della musica. Soprattutto di certi brani che hanno un ruolo - purtroppo - fondamentale per la storia. Durante la visita ad uno degli "amici" del padre/nonno viene fatta sentire L'italiano di Toto Cutugno. Già lì un brivido percorre la schiena). 
Da vedere assolutamente (preparandosi alla brutalità e allo squallore della vicenda e a una messa in scena senza sconti, dura e cruda). Consigliatissimo. 


Voto: ***1/2/****






Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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