mercoledì 31 maggio 2017

Split di M. Night Shyamalan, thriller/horror sovrannaturale d'atmosfera con uno spaventoso James McAvoy (davvero bravo nei panni di una persona affetta dal disturbo dissociativo dell'identità)

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film horror di un regista molto apprezzato e che spesso divide critica e pubblico.
Mi riferisco a Split di M. Night Shyamalan.
Ecco la recensione:





Split di M. Night Shyamalan del 2016. Con James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Betty Buckley, Haley Lu Richardson, Jessica Sula, Brad William Henke, Sebastian Arcelus, Neal Huff, Morgan Spector. (116 min. ca.)
Kevin Wendell Crumb (McAvoy) è un giovane affetto dal disturbo dissociativo dell'identità a causa dei maltrattamenti ricevuti da piccolo che rapisce tre giovani - tra cui la problematica Casey Cook (Taylor-Joy), abusata dallo zio fin dalla tenera età - e le porta nel sotterraneo della sua infima casa. Le vittime cercheranno di scappare e di confrontarsi con le varie personalità di Kevin, ma a quanto pare dovrebbe arrivare una "bestia" e loro sono le vittime sacrificali... 















Thriller/horror con elementi sovrannaturali ansiogeno e d'atmosfera. 
Inquietante fin dall'inizio, ha una trama sospesa sempre tra realtà da film su un serial killer con una determinata e riconosciuta patologia e finzione. 
Lo spettatore verrà scosso e non saprà neanche lui decodificare cosa potrebbe essere vero o solo frutto della fantasia del regista/sceneggiatore. 
Sono presenti molte incongruenze, delle situazioni inverosimili che dovrebbero andare in un modo ma che prendono un'altra piega (Shyamalan è sempre bravo con i depistaggi). Non rimane altro da fare che stare al gioco e godersi lo spettacolo. 
E soprattutto l'interpretazione di un James McAvoy ispirato e allucinato: incute paura anche solo lo sguardo (e talvolta innervosisce). In parte anche Anya Taylor.Joy con quegli occhioni sgranati. Bravissima (ed anche lei irritante poiché il suo personaggio sa ma non agisce) Betty Buckley nei panni della dottoressa Fletcher.
Un film ricco di suspense costantemente sul filo della tensione (la colonna sonora contribuisce), che lascia spazio probabilmente ad un sequel. 
Non il capolavoro di cui hanno parlato in molti, ma il suo lo fa, è suggestivo, disturbante, e a chi piace il genere e il regista, può andare sul sicuro (alcune scene sono estremamente efficaci). 
Da vedere. Consigliato. 


Voto: ***





Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

martedì 30 maggio 2017

Paterson di Jim Jarmusch, film drammatico sulla poesia nelle piccole cose quotidiane. Toccante e profondo, con un protagonista - Adam Driver - perfetto

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film di un autore sempre molto particolare ed interessante.
Mi riferisco a Paterson di Jim Jarmusch.
Ecco la recensione:






Paterson di Jim Jarmusch del 2016. Con Adam Driver, Golshifteh Farahani, Barry Shabaka Henley, William Jackson Harper, Chasten Harmon, Rizwan Manji. (113 min. ca.)
Paterson (Driver), autista d'autobus, vive a Paterson nel New Jersey con la compagna Laura (Farahani), una pittrice/artista fissata con il bianco e il nero. Le sue giornate si ripetono tutte uguali, senza troppe emozioni. Emozioni che ritrova scrivendo accuratamente le sue poesie su un taccuino... 

























Film drammatico particolare perché essenziale, fatto di ritmi lenti i dilatati e riflessivi, di tempi morti che coincidono con le azioni reiterate, la routine casa-lavoro-passeggiata col bulldog inglese Marvin-bar. 
Ma è anche quella lentezza che permette al protagonista di cogliere la poesia nelle piccole cose quotidiane (in una scatoletta di fiammiferi ad esempio). 
Tra somiglianze (si fa riferimento spesso ai gemelli) e ripetizioni, il protagonista, parte integrante del posto in cui vive in tutto e per tutto (Paterson che vive a Paterson, altra ripetizione), fa osservazioni e ha tutto un mondo dentro che esprime attraverso, per l'appunto, la poesia. Adam Driver è perfetto per il ruolo: pacato, taciturno, con quell'aspetto da ragazzo comune e semplice. 
Ed è proprio la semplicità (insieme alla chiarezza, alla meticolosità) la caratteristica che riesce a toccare, a commuovere lo spettatore, a farlo entrare in empatia con Paterson, un personaggio un po' ingenuo e tanto sensibile che ama ascoltare e contemplare più che esprimersi a parole. 
Un film lirico, sentito e dolce. 
Ed anche, come accennato, fuori dagli schemi rispetto ad alle pellicole americane a cui siamo abituati (non è un caso la figura del giapponese nel finale) e che richiede uno sforzo di attenzione leggermente maggiore nel normale per poterlo apprezzare a pieno. 
Da vedere. Consigliatissimo. (Presentato in concorso a Cannes l'anno scorso).


Voto: ***1/2





Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

lunedì 29 maggio 2017

Wall Street - Il denaro non dorme mai di Oliver Stone, debole sequel del cult anni '80. Buona la regia e ottima la colonna sonora ma è tutto molto sottotono e il ricco cast è mal sfruttato

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa. Un film drammatico diretto da un bravo autore molto discontinuo. E questo ne è un esempio.
Mi riferisco a Wall Street - Il denaro non dorme mai di Oliver Stone.
Ecco la recensione:






Wall Street - Il denaro non dorme mai (Wall Street: Money Never Sleeps) di Oliver Stone del 2010. Con Michael Douglas, Shia LaBeouf, Josh Brolin, Carey Mulligan, Susan Sarandon, Frank Langella, Eli Wallach, Vanessa Ferlito, Charlie Sheen, Austin Pendleton, Julianne Michelle. (133 min. ca.)
Gordon Gekko (Douglas) viene rilasciato dopo otto anni di reclusione. Ad aspettarlo non ci sarà nessuno. Neanche la figlia Winnie (Mulligan) con cui non ha rapporti da moltissimo tempo e che intanto si è fidanzata con Jacob Moore (LaBeouf), anche lui broker a Wall Street. I crolli della borsa e interessi comuni porteranno un avvicinamento tra Gekko e Jacob e forse anche un riavvicinamento padre-figlia. 

















Sequel del famosissimo cult del 1987 Wall Street
Un dramma debole che non si avvicina minimamente al primo grintoso, ansiogeno e ritmato film. Se la regia è - ovviamente - buona, la sceneggiatura è piuttosto anonima, che peggiora man mano che il film va avanti. 
Gordon Gekko viene presentato, come sarebbe anche giusto, data la vicenda passata, come un personaggio sbiadito. 
Il problema è che effettivamente non ha nessun appeal, non pare quel gran personaggio che tutti conoscevamo. 
Michael Douglas è sempre molto bravo e ci mette del suo per caratterizzarlo degnamente ma non riesce del tutto nell'intento, perché non è carismatico neanche sulla carta. 
Ma tutto il cast è sprecato. Shia LaBeuf sembra costantemente perso. Susan Sarandon, Frank Langella, Josh Brolin, Eli Wallach compaiono poco (Wallach dimostra di avere sempre una grande personalità). Forse l'unica veramente valida è Carey Mulligan che splende però di luce propria ed è espressiva anche con un solo sguardo. 
Si salva anche la stupenda colonna sonora con i brani di David Byrne e Brian Eno che ben si integrano, bisogna ammetterlo, con le immagini. Ma se dovevano riuscire a ricreare quell'atmosfera simil-anni '80 (o nostalgica) non ci siamo proprio. Rimangono soltanto delle belle canzoni, piacevolissime da ascoltare. 
Un film deludente che, anche se cerca di approfondire Gordon Gekko come uomo e padre, lo fa rimanendo comunque in superfcie. 
Da vedere solo per curiosità. 


Voto: **1/2




Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata