Mi riferisco a Il lenzuolo viola di Nicolas Roeg.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, immagini forti]:
Il lenzuolo viola (Bad Timing) di Nicolas Roeg
del 1980. Con Art Garfunkel, Theresa Russell, Harvey Keitel, Denholm
Elliott, Daniel Massey, Dana Gillespie, William Hootkins, Eugene
Lipinski, George Roubicek. (122 min. ca.)
Vienna, Guerra Fredda. Alex Linden
(Garfunkel) è un professore di psichiatria americano che ha una
relazione turbolenta con la studentessa bielorussa Milena (Russell).
La ragazza arriva in ospedale in coma dopo aver tentato il suicidio.
L'uomo verrà accusato di aver fatto ritardare i soccorsi e di aver
abusato di lei quando era ai primi stadi di incoscienza. L'ispettore
Netusil (Keitel) cercherà di metterlo alle strette.
Thriller
psicologico malatissimo, surreale, straniante, visionario e molto controverso per
l'epoca (ma anche adesso non è questa passeggiata di salute e crea
parecchio disagio nello spettatore).
Montato come un puzzle, tutto
giocato sui flashback che ripercorrono quella notte, è sempre sul
filo della tensione tanto da risultare talvolta quasi snervante.
Dai
tempi dilatati, ma per l'appunto, dal ritmo sempre costante, funziona
praticamente in tutto: si svela piano piano, è sadico, il regista
gode nello scioccare il pubblico - ma questo si sa - mostrando un
rapporto morboso-disfunzionale da manuale.
Il cast è perfetto. Art
Garfunkel se la sa davvero cavare come attore (già in Conoscenza carnale* di Mike Nichols, quasi dieci anni prima, si era messo a
disposizione di un ruolo forte, audace e qui altrettanto: molto
fisico, minimale ma davvero in parte ed espressivo). Theresa Russell
all'epoca era in gamba: sensuale, ambigua e adatta ai ruoli
particolari. Harvey Keitel - con l'accento austriaco - è sempre
perfetto in ogni ruolo che interpreta e di lui sì che si può dire
sia sottovalutato. Denholm Elliott compare pochissimo ma ha la faccia
giusta dell'uomo "tradito".
Un film molto europeo,
indipendente e dall'atmosfera anni '70.
Coinvolgente, disturbante,
vibrante, con immagini esplicite (anche della sala operatoria) che fa
riflettere sul concetto di violenza e sulla dipendenza affettiva e
sessuale.
Ha anche una colonna sonora peculiare che accompagna bene
le immagini.
Ottime le ambientazioni (che vengono sfruttate, come di
consueto per Roeg, benissimo).
Da vedere assolutamente (quando si è
dell'umore giusto). Consigliato.
(Una delle pellicole, a quanto pare,
preferite di Isabelle Huppert. Non si stenta a crederlo).
Mia recensione
Voto: ***1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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