mercoledì 15 novembre 2017

Staying Alive di Sylvester Stallone, sequel de "La febbre del sabato sera", si rivela all'altezza dell'originale non facendolo rimpiangere (tutt'altro), bensì mettendo in mostra la potenza espressiva di John Travolta ballerino

Oggi vi voglio parlare di un film di parecchi anni fa. Un film musicale molto famoso sia per la regia che per l'attore protagonista.
Mi riferiscoa a Staying Alive di Sylvester Stallone.
Ecco la recensione:





 
Staying Alive di Sylvester Stallone del 1983. Con John Travolta, Cynthia Rhodes, Finola Hughes, Steve Inwood, Julie Bovasso, Kurtwood Smith, Frank Stallone. (93 min. ca.)
Tony Manero (Travolta) cerca disperatamente di ottenere un ruolo in qualche spettacolo (accontentandosi quasi, anche se sa di valere moltissimo). Nel frattempo ha una relazione travagliata e caratterizzata da vari tira e molla con la dolce ballerina di fila e cantante Jackie (Rhodes). Proprio ad uno spettacolo di quest'ultima farà la conoscenza di Laura (Hughes), una ballerina carismatica e snob con la quale avrà un rapporto di amore ed odio che comunque porterà a qualcosa di positivo. 
















Sequel de La febbre del sabato sera, scritto e diretto da Stallone con la collaborazione, per alcuni brani della colonna sonora, nuovamente dei Bee Gees, è un film musicale/drammatico di enorme impatto. 
Innanzi tutto mostra in modo eclatante tutta la potenza fisica ed espressiva di Travolta come ballerino (che non si limita a balletti e coreografie - seppur belle ed entrate nel mito - da discoteca). 
Ciò grazie ad una regia molto centrata, dinamica, con un montaggio frenetico e davvero ricco di pathos soprattutto durante i numeri di ballo. Inoltre, anche qui viene mostrata la difficoltà del trovare un posto nel mondo (però è molto meno nichilista dell'originale del '77, meno tragico, ma non privo di molte batoste) e in particolare nel mondo del balletto, quello importante, di Broadway. 
A differenza di altre pellicole di questo genere di quegli stessi anni, riesce a scavare molto di più nel personaggio protagonista - caratterizzato benissimo e con maggiore profondità del Manero che ci viene subito in mente. - È un Manero vulnerabile, sensibile, pieno di rimorsi, che cerca (forse invano?) di redimersi. Bravissime anche le altre due attrici del triangolo amoroso/professionale: decisamente azzeccate per i loro ruoli. 
Un film piacevole, coinvolgente, con dei numeri lunghissimi e appassionanti, notevoli. Stallone (che appare in un cameo mentre si scontra camminando per la strada proprio con Tony) è stato impeccabile. 
Decisamente un cult anche questo, che si discosta dal primo capitolo, ma che non lo tradisce: è qualcosa di diverso e sicuramente realizzato con impegno e intensità. 
 Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.


Voto: ***/***1/2






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












   
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