Mi riferisco a È solo la fine del mondo di Xavier Dolan.
Ecco la recensione:
È solo la fine del mondo (Juste la fin du monde) di
Xavier Dolan del 2016. Con Nathalie Baye, Vincent Cassel, Gaspard
Ulliel, Léa Seydoux, Marion Cotillard, Antoine Desrochers. (97 min. ca.)
Louis
(Ulliel) è uno scrittore francese trentenne che decide dopo dodici
anni di tornare a far visita alla famiglia per dire che di lì a poco
morirà. Farlo sarà un'impresa...
Film drammatico tratto dalla pièce
teatrale di Jean-Luc Lagarce.
Tutti che si parlano addosso senza in
realtà dirsi nulla (è un modo simbolico, caricato ed estremo per
rappresentare l'incomunicabilità) ed è presente un senso
strisciante d'ansia che provoca angoscia nello spettatore.
L'impianto
teatrale si sente e si vede, ma Dolan è riuscito a dare molto
dinamismo, anche grazie ad immagini irreali, flashback sulle note (a
mò di videoclip) di Dragostea din tei. Momento molto
"pop" che irrompe in un contesto più serioso e di contegno
nonostante i dialoghi concitati e le scene di grande tensione.
Il
pranzo, la cena con il gran caldo (elementi ricorrenti nei grandi
drammi teatrali e cinematografici con famiglie disfunzionali nei
quali si perde il senno e ci si sputa veleno addosso) rendono il
clima asfissiante, opprimente e gli attori sono bravissimi a mostrare
il disagio in questa circostanza.
Da Nathalie Baye, matriarca fiera e
un po' distaccata che regala qualche attimo particolarmente toccante
e commovente a Vincent Cassel, un nevrotico frustrato. Da una Léa
Seydoux che cerca invano di farsi amare e di conoscere un fratello di
cui non si ricorda - o quasi - a una Marion Cotillard spaesata,
sottomessa dal marito, balbuziente. E lui, Gaspard Ulliel, un
protagonista perfetto. Intimorito, taciturno, mogio.
Un'interpretazione davvero sentita.
L'atmosfera delirante e quasi
sospesa ed irreale diviene via via sempre più insopportabile, in un
crescendo che sfocia in un finale con una grande prova soprattutto di
Cassel e della Seydoux.
La recitazione di tutti è - come in ogni
lavoro del regista - sopra le righe, ma in questo caso è consona
all'origine teatrale dell'opera.
Un film sul rancore familiare e
sulla difficoltà dei rapporti che potrà risultare finto al primo
impatto, superficialmente, ma che in verità è molto più realistico
di quanto si possa immaginare (a livello di tematica) che stordisce,
spiazza: è dolentissimo ed intenso pur rimanendo "glaciale".
Xavier Dolan (sceneggiatore, regista, produttore, montatore, curatore
dei costumi) si riconferma un giovane autore di rara sensibilità e
dal talento sconfinato, che lascia senza parole e quasi commossi per
la capacità così incisiva (anche tecnicamente nei movimenti di
macchina, nei primissimi piani) di trattare temi come un regista
consumato e già maturo (d'età ed artisticamente).
Non il suo lavoro
migliore forse, tuttavia il livello è ed era altissimo e deve
ricevere solo lodi.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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