Mi riferisco a West Side Story di Jerome Robbins e Robert Wise.
Ecco la recensione:
West Side Story di Jerome Robbins
e Robert Wise del 1961. Con Natalie Wood, Richard Beymer, Russ
Tamblyn, Rita Moreno, George Chakiris, Simon Oakland, Ned Glass, Jose
De Vega. A Manhattan, i Jets, americani, con a capo Riff (Tamblyn) e
gli Sharks, portoricani, con a capo Bernardo (Chakiris) continuano a
farsi la guerra. Maria (Wood) e Tony (Beymer), conosciutisi ad un
ballo serale di quartiere, si innamorano a dispetto delle due
fazioni, ma una sfida "alla pari" programmata, mette il
loro amore definitivamente nei guai.
Tratto dall'omonimo musical
portato in scena a Broadway con enorme successo dal 1957 dagli stessi
Robbins e Wise (con il libretto di Arthur Laurents, le musiche di
Leonard Bernstein e i testi di Stephen Sondheim) e basato sulla
tragedia di Shakespeare Romeo e Giulietta, è anch'esso
un musical raffinatissimo, dinamico, pieno di idee e di forza.
Già i
titoli di testa di Saul Bass nell'overture fanno entrare in un'altra
dimensione e successivamente, nel prologo, la panoramica dall'alto
punta su New York fino a concentrarsi sul quartiere dove si svolge
tutta la vicenda: ed ecco che una storia di quartiere diventa
universale. E subito si viene introdotti a suon di balli nelle risse
quasi innocue ma agguerrite tra le bande.
È un'opera di grande
potenza visiva, con una fotografia straordinaria - evocativa, quasi
onirica -, delle scenografie curatissime, così come i costumi
abbinati, con coreografie e balletti impeccabili.
La regia è ottima, poiché la macchina da presa è posizionata in modo da creare meno distanza con il pubblico (anzi, è come se lo spettatore fosse un osservatore posto negli angoli, sopra i tetti): non è il classico musical statico da teatro filmato, bensì di ampio respiro.
La regia è ottima, poiché la macchina da presa è posizionata in modo da creare meno distanza con il pubblico (anzi, è come se lo spettatore fosse un osservatore posto negli angoli, sopra i tetti): non è il classico musical statico da teatro filmato, bensì di ampio respiro.
La recitazione, come ci si
aspetta, è enfatica, ma tutti gli attori sono in parte. Natalie Wood
è adorabile ed anche se doppiata nel canto è espressiva e Richard Beymer è un innamorato perfetto (anche se non
troppo belloccio). Rita Moreno (che ha vinto l'Oscar) è
irresistibile e totalmente nel ruolo, George Chakiris (vincitore
anche lui dell'Oscar come Miglior Attore Non Protagonista),
ha il piglio giusto e balla divinamente. Ma tutti danno qualcosa e
sono parte integrante.
Una delle tante cose che stupiscono sono i
testi delle canzoni: ironici, taglienti (come satira sugli
"immigrati"), per niente accomodanti. Il linguaggio in
generale è modernissimo, con parecchi doppi sensi per l'epoca. Che
dire dei brani in sé? Sono nell'immaginario collettivo, non serve
neanche menzionarne il titolo (o sì? "Maria", "Tonight",
"America", "Somewhere", quelle più famose.
Quest'ultima poi, anche estrapolata e cantata da vari artisti, è
sempre un tuffo al cuore. Emozionante, immortale. Non che le altre
non lo siano, ma "Somewhere" ha un significato specifico e
forte) tanto la melodia è conosciuta.
Eccezionali i titoli di coda
che appaiono come graffiti e incisioni sui muri, porte e cartelli.
Vincitore di
dieci premi Oscar tra cui anche Miglior Film e Miglior
Regia è un film meraviglioso ed estremamente originale (sì,
la trama non lo è, ma è attuale, comunque di grande presa), che
nonostante gli anni non perde il suo fascino, il suo smalto.
Cult da
vedere e rivedere (in lingua originale possibilmente, così c'è più
fluidità tra cantato e parlato). Consigliatissimo.
Voto: ****
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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