Oggi voglio parlarvi di un film orientale (cinese, per la precisione) che ha avuto molto successo in tutto il mondo (e a Venezia ha vinto il Leone d'Argento).
Mi riferisco a Lanterne rosse di Zhāng Yìmóu.
Ecco la recensione (stringata) [ATTENZIONE, SPOILER]:
Lanterne rosse (Da hong deng long gao gao gua)di Zhāng Yìmóu
del 1991. Con Gong Li, Caifei He, Cuifen Cao, Jingwu Ma, Qi Zhao, Lin
Kong, Jin Shuyuan. (125 min. ca.)
Nella Cina del nord intorno al 1920, Songlian (Li) è
una studentessa che dopo la morte del padre abbandona la casa della
matrigna per diventare la Quarta Moglie di un ricco e anziano
signore (che non viene mostrato per bene), proprietario di un bellissimo palazzo. Non accetterà mai
del tutto il suo ruolo, tanto da tramare contro le altre mogli e la
sua serva. Diventerà pazza.
Dramma affascinante che si svolge
praticamente tutto dentro le mura del suggestivo edificio: cambiano
soltanto le stagioni. Gong Li è molto brava (e bella), ma anche gli
altri attori sembrano coinvolti.
Bravissimo il regista a
destreggiarsi in quegli ambienti che costringono la protagonista ma
anche i movimenti di camera.
I tempi sono dilatati ma c'è molto
ritmo e la tensione è palpabile fino alla fine.
Ritratto impietoso
delle donne in Cina. Basti pensare ad una delle mogli che presenta la
figlia così: "E' una femmina: non serve a niente".
Cult da
vedere assolutamente. Consigliatissimo.
Voto: ***1/2
Un dialogo:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)
Oggi, dato che ricorre l'undicesimo anniversario della morte di Katharine Hepburn (ma è casuale che abbia scelto questa pellicola da postare), vi voglio parlare di uno dei miei film preferiti, una delle commedie sentimentali più belle, garbate, divertenti che siano mai state realizzate. Dimenticato da molti, è un capolavoro di classe e misura insuperabile.
Mi riferisco a Incantesimo di George Cukor (altro mio regista preferito).
Ecco la recensione:
Incantesimo (Holiday) di George Cukor del
1938. Con Katharine Hepburn, Cary Grant, Doris Nolan, Lew Ayres,
Edward Everett Horton. (95 min. ca.)
Tratta dalla commedia teatrale di Philp Barry
e remake di un altro film di otto anni prima (Holiday,
titolo omonimo in lingua originale), è una commedia romantica che
racconta la vicenda di Johnny Case (Grant), avvocato squattrinato,
bizzarro e sognatore che si innamora suo malgrado, durante una
vacanza, della ricca Julia Seton (Nolan). Dopo un tira e molla con il
padre di lei per avere il consenso di sposarla, non cede al
compromesso che avrebbe limitato la sua libertà (a dirla tutta
l'avrebbe messo letteralmente in gabbia), ma anzi, finisce per
innamorarsi e conquistare Linda, la sorella maggiore di Julia
(Hepburn), una donna stramba, intelligente, simpatica e
anticonformista.
Magnifico film (talmente bello che è stato snobbato
agli Oscar. Misteri) che riesce a unire il comico al drammatico senza
forzature e fa una critica feroce per mezzo di dialoghi taglienti ed
acuti all'alta borghesia, ai ricchi che vedono solo i soldi e
nient'altro.
Tutti sono in parte: dal padre, all'adorabile (e dedito
all'alcol perché non si può sottrarre ai suoi doveri nonostante si
senta un pesce fuori d'acqua, esattamente come Linda) fratello minore
Ned (Ayres); alla Nolan, antipatica fin dall'inizio, ai
simpaticissimi amici di Johnny, i coniugi Potter (Horton è uno dei
caratteristi migliori dell'epoca, dalla recitazione puntuale, dalla
faccia che non si scorda), ai cugini snob, fino ad arrivare a loro
due, Katharine Hepburn e Cary Grant al loro terzo (anche se Susanna! di Howard Hawks è sempre del '38) film insieme (su quattro).
Sono vitali, hanno una sintonia incredibile e danno sfoggio anche
alle loro abilità di "giocoleria" facendo capriole (vere).
La Hepburn qui è incontenibile: scaltra, cinica, vivace (canta
perfino!), sensibile, con mille sfumature. Riesce a disegnare il suo
personaggio in modo così perfetto che è impossibile non parteggiare
per lei.
Ovviamente il merito va anche al suo regista "simbolo"
e alla sceneggiatura che ha dei dialoghi modernissimi, dalle battute
così ingegnose, divertenti e profonde che quasi tutte le commedie di
questo genere appaiono banali a confronto.
Però diciamocelo, Kate
The Great irradia luce dal primo momento che compare in scena.
Carisma allo stato puro. Cary Grant è altrettanto straripante e a
suo agio, come al solito, in questi ruoli strampalati.
Dal canto suo
Cukor dirige con una maestria incredibile, usando la macchina da
presa in modo altrettanto moderno: le riprese dietro le colonne della
casa-museo, la camera che segue i personaggi che scendono le
imponenti scalinate. Insomma, c'è dinamismo. Cosa che possiamo
notare anche nel montaggio. Un montaggio funzionale e praticamente
ineccepibile (cosa non scontata per l'epoca). Un aiuto viene dalla scenografia
(per fortuna nominata all'ambita statuetta).
L'ambiente è
monumentale, elegante, di classe ma austero. Ed è così che deve
apparire. Dunque, ci troviamo davanti ad una pellicola meravigliosa
troppo spesso dimenticata, piena di sarcasmo che punge ancora adesso,
recitata divinamente (è una delle interpretazioni migliori della
Hepburn che qui sembra più a suo agio che in altri lavori più
conosciuti e amati. Avrebbe meritato qualche riconoscimento. La sua
vulnerabilità e il suo mostrare poco a poco i sentimenti per Johnny
sono magistrali. La scenata finale da antologia), girata con uno
stile che quasi soltanto Cukor aveva, con un messaggio di fondo
chiarissimo, forse abusato, ma trattato in modo intelligente.
E' una
commedia sentimentale ma non si scende a melansaggini (in effetti
all'epoca si mostrava poco, ma a volte sembrava tutto così finto,
così "romantico" - nel senso negativo del termine - così
sdolcinato). Anzi, si è felici per l'happy end meritatissimo e
liberatorio. Grande, grandissima. E' una piccola perla che dovrebbe
essere recuperata da tutti. Un classico quasi (perché altre belle commedie
sono state realizzate dallo stesso regista e non solo in quegli anni) inimitabile. Uno dei preferiti della
sottoscritta.
Voto: ****1/2
Il trailer:
Il film completo in lingua orginale:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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