Mi riferisco ad Her (mi rifiuto di chiamarlo con il titolo tradotto Lei. Perché non lasciarlo com'era? Non andava bene? Era così breve... Vabbè, sulla distribuzione lasciamo perdere...) di Spike Jonze.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, contiene SPOILER]:
Lei (Her) di Spike Jonze del 2013. Con
Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia
Wilde, Chris Pratt, Portia Doubleday. (126 min. ca.)
E' la storia di Theodore
Twombly (Phoenix), elaboratore di lettere per conto di altri che, in
un mondo computerizzato nel quale avere dei contatti reali è sempre
più difficile, dopo la separazione con la moglie, per caso, acquista
un nuovo sistema opearativo per auricolare e computer chiamato "OS
1" basato su un'intelligenza artificiale in grado di capire e
provare emozioni. Sceglie un'interfaccia femminile e al riavvio
appare la voce di Samantha (Johansson). E' l'inizio di un rapporto
che va oltre alle aspettative ma che, inevitabilmente, non potrà
funzionare anche se i due si amano (o così credono), nonostante
Samantha riesca a capire Theodore come mai nessun'altra donna ha
fatto prima. Dovrà finire forzatamente per nuove esigenze di tutti e
due che cozzano con la vita reale.
Interessante analisi sulla solitudine dell'uomo moderno che vive in un mondo supertecnologico ma non riesce a vivere normalmente relazioni interpersonali.
Le
situazioni sono paradossali, surreali nel classico stile di Jonze, ma
tristemente plausibili (non siamo arrivati a questo punto ma quasi).
E' un film che turba, commuove, fa pensare.
La regia è perfetta, si
serve di Phoenix che riesce a dare tutto se stesso nell'interpretare
una persona (piuttosto patetica in verità) che vorrebbe tanto amare
ed essere amato ma che è inchiodato in una situazione che gli fa
preferire una voce rispetto a una ragazza vera e propria.
In certi
momenti lo si vorrebbe abbracciare per la tenerezza che fa provare.
Scarlett
Johansson è una Samantha impeccabile: quando la si sente non si
possono immaginare altre voci al suo posto per recitare una parte
così bizzarra in modo così espressivo. E' sexy, reale sul serio,
non sembra stia recitando. Davvero fantastica, una scoperta. (Non so fare paragoni con Micaela Ramazzotti, ma non credo valga la pena sentirla: se una cosa è perfetta lo è. Punto e basta).
Amy
Adams qui ha un ruolo totalmente diverso da quelli che aveva avuto
ultimamente: è una donna normale, un po' sciatta, frustrata, sola.
E' la versione femminile di Theodore (infatti è l'unica che riesce a comprendere la sua solitudine). E lei riesce ad interpretarla
con disinvoltura e convinzione riconfermandosi una delle attrici odierne più brave ed interessanti).
La sceneggiatura è semplice ma
originale, efficace e profonda (l'Oscar è meritatissimo) ed insieme alla regia
riesce a creare delle immagini suggestive e coinvolgenti. L'idea di
base è apparentemente banale se vogliamo, ma viene resa sulla scena
con una lucidità che probabilmente se raccontata da altri e con una
diversa sceneggiatura, sarebbe diventata una cosa confusa e
squallida.
Ogni particolare è studiato: dagli ambienti (scenografia
favolosa. Non parliamo della fotografia brillante, visivamente d'impatto) al look (le camicie e i pantaloni a vita alta di Theodore
sono stupende. Per non parlare dei baffi che sfoggia), alla colonna sonora eterea degli Arcade Fire (bisogna menzionare anche la malinconica e dolce The Moon Song di Karen O). Tutto è molto
coerente con se stesso.
Anche se il finale può spiazzare ci si trova
davanti ad un'opera davvero efficace sia nei contenuti che
esteticamente.
Una gran bella prova di cinema. Quasi un capolavoro. (Magari lo diventerà col tempo. O forse no. Aspettiamo...) Da vedere assolutamente (in lingua originale, vi prego!).
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)
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