giovedì 17 marzo 2016

Il momento di uccidere di Joel Schumacher, dramma legale tratto dal romanzo omonimo di John Grisham. Un cast ottimo per un film un po' convenzionale con la moralina a portata di mano

Oggi vi voglio parlare di un film di un po' di anni fa. Un film commerciale negli intenti ed anche per il cast (che comunque è validissimo).
Mi riferisco a Il momento di uccidere di Joel Schumacher.
Ecco la recensione:





Il momento di uccidere (A Time to Kill) di Joel Schumacher. Con Matthew McConaughey, Samuel L. Jackson, Sandra Bullock, Ashley Judd, Kevin Spacey, Charles S. Dutton, Donald Sutherland, Kiefer Sutherland, Oliver Platt, Brenda Fricker, Chris Cooper, Patrick McGoohan, Kurtwood Smith, Nicky Katt, Doug Hutchison, M. Emmet Walsh, Octavia Spencer. (149 min. ca.)
Mississippi. In una calda estate, Billy Ray Cobb (Katt) e James Louis 'Pete' Willard (Hutchison) due giovani sbandati e razzisti, rapiscono e violentano una bambina di colore che stava semplicemente portando a casa la spesa. Il padre Carl Lee Hailey (Jackson), distrutto dal dolore, decide di farsi giustizia da solo. Si reca in tribunale e ammazza i due con una mitragliatrice e ferisce per sbaglio un poliziotto e amico di lunga data Dwayne Looney (Cooper). A difenderlo ci penserà l'avvocato alle prime armi Jake Brigance (McConaughey), risoluto nella causa contro il razzismo e deciso a non farsi mettere i piedi in testa dal Procuratore Rufus Buckley (Spacey). Ad aiutarlo si unirà il suo amico Rex Vonner (Platt) e una giovane e brillante studentessa Ellen Roark (Bullock). 


















Tratto dal romanzo omonimo di John Grisham, è un dramma legale/thriller ben articolato ma anche molto ingenuo e sempliciotto nel portare avanti le sue tesi. 
Lezioso, di maniera e sempre con la moralina a portata di mano, funziona per la storia in sé - anche se l'epilogo è prevedibile - e per il gruppo ricchissimo di attori. 
Il protagonista Matthew McConaughey allora tanto snobbato, era invece già in gran forma: espressivo, dentro al personaggio, calibrato, credibile. Samuel L. Jackson è sempre perfetto così come Kevin Spacey nell'interpretare il cinico e arrogante di turno. Ottimi Sutherland e il figlio in due ruoli tanto distanti (il primo nel mentore di Brigance, il secondo nello spietato capo di una nuova frangia del Ku Klux Klan). In parte anche Chris Cooper e Sandra Bullock che ha - come al solito, a dire il vero, ma le riesce tanto bene - un ruolo simpatico, che stempera (almeno in un primo momento, perché poi ne vedrà delle belle anche lei) il clima di tensione. Ashley Judd nel ruolo della moglie di Brigance è anonima. Bello ritrovare Brenda Fricker, qui nella parte della segretaria di Jake.
I fatti sono narrati bene, con qualche lungaggine per quanto riguarda le vicende personali, ma molto appassionanti in aula. 
Purtroppo lo stampo anni '90 si sente: appare tutto un po' artefatto, di maniera, accomodante, seppur i temi trattati siano interessanti e controversi. Anche l'arringa finale sui pregiudizi razziali è zuccherosa, ma evidentemente necessaria per la conclusione della vicenda e obiettivamente d'impatto. Le ultime scene sono invece tirate via, banali, forzatamente strappalacrime, nonostante siano anch'esse armoniche con l'andamento e i toni dell'intera pellicola. 
Un film dal buon ritmo, ma studiato troppo a tavolino. 
Rimangono però le ottime interpretazioni, le atmosfere e l'ambientazione (memorabili poi le fronti e i corpi imperlati di sudore). 
Da vedere per curiosità. Consigliato.


Voto: **1/2/***








Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?










  

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