Mi riferisco a Il momento di uccidere di Joel Schumacher.
Ecco la recensione:
Il momento di uccidere (A Time to Kill) di Joel
Schumacher. Con Matthew McConaughey, Samuel L. Jackson, Sandra
Bullock, Ashley Judd, Kevin Spacey, Charles S. Dutton, Donald
Sutherland, Kiefer Sutherland, Oliver Platt, Brenda Fricker, Chris
Cooper, Patrick McGoohan, Kurtwood Smith, Nicky Katt,
Doug Hutchison, M. Emmet Walsh, Octavia Spencer. (149 min. ca.)
Mississippi. In una
calda estate, Billy Ray Cobb (Katt) e James Louis 'Pete' Willard
(Hutchison) due giovani sbandati e razzisti, rapiscono e violentano
una bambina di colore che stava semplicemente portando a casa la
spesa. Il padre Carl Lee Hailey (Jackson), distrutto dal dolore,
decide di farsi giustizia da solo. Si reca in tribunale e ammazza i
due con una mitragliatrice e ferisce per sbaglio un poliziotto e
amico di lunga data Dwayne Looney (Cooper). A difenderlo ci penserà
l'avvocato alle prime armi Jake Brigance (McConaughey), risoluto
nella causa contro il razzismo e deciso a non farsi mettere i piedi
in testa dal Procuratore Rufus Buckley (Spacey). Ad aiutarlo si unirà
il suo amico Rex Vonner (Platt) e una giovane e brillante studentessa
Ellen Roark (Bullock).
Tratto dal romanzo omonimo di John Grisham, è
un dramma legale/thriller ben articolato ma anche molto ingenuo e
sempliciotto nel portare avanti le sue tesi.
Lezioso, di maniera e
sempre con la moralina a portata di mano, funziona per la storia in
sé - anche se l'epilogo è prevedibile - e per il gruppo ricchissimo
di attori.
Il protagonista Matthew McConaughey allora tanto snobbato,
era invece già in gran forma: espressivo, dentro al personaggio,
calibrato, credibile. Samuel L. Jackson è sempre perfetto così come
Kevin Spacey nell'interpretare il cinico e arrogante di turno. Ottimi
Sutherland e il figlio in due ruoli tanto distanti (il primo nel
mentore di Brigance, il secondo nello spietato capo di una nuova
frangia del Ku Klux Klan). In parte anche Chris Cooper e Sandra
Bullock che ha - come al solito, a dire il vero, ma le riesce tanto
bene - un ruolo simpatico, che stempera (almeno in un primo momento,
perché poi ne vedrà delle belle anche lei) il clima di tensione.
Ashley Judd nel ruolo della moglie di Brigance è anonima. Bello ritrovare Brenda Fricker, qui nella parte della segretaria di Jake.
I fatti
sono narrati bene, con qualche lungaggine per quanto riguarda le
vicende personali, ma molto appassionanti in aula.
Purtroppo lo
stampo anni '90 si sente: appare tutto un po' artefatto, di maniera,
accomodante, seppur i temi trattati siano interessanti e controversi.
Anche l'arringa finale sui pregiudizi razziali è zuccherosa, ma
evidentemente necessaria per la conclusione della vicenda e
obiettivamente d'impatto. Le ultime scene sono invece tirate via,
banali, forzatamente strappalacrime, nonostante siano anch'esse
armoniche con l'andamento e i toni dell'intera pellicola.
Un film dal
buon ritmo, ma studiato troppo a tavolino.
Rimangono però le ottime
interpretazioni, le atmosfere e l'ambientazione (memorabili poi le
fronti e i corpi imperlati di sudore).
Da vedere per curiosità.
Consigliato.
Voto: **1/2/***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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