Mi riferisco a Il Gladiatore di Ridley Scott.
Ecco la recensione:
Il Gladiatore (Gladiator) di Ridley Scott del
2000. Con Russell Crowe, Joaquin Phoenix, Connie Nielsen, Oliver
Reed, Richard Harris, Derek Jacobi, Djimon Hounsou, David Schofield,
John Shrapnel, Tomas Arana, Ralf Möller, Spencer Treat Clark, David
Hemmings, Tommy Flanagan, Giannina Facio, Giorgio Cantarini. (149 min. ca.)
180 d.C.
Marco Aurelio (Harris), quasi in punto di morte, decide di nominare
suo successore non suo figlio Commodo (Phoenix), bensì Massimo
Decimo Meridio (Crowe), un valoroso generale che ha fatto vincere la
guerra contro i Marcomanni in Germania. Ma Commodo, per l'appunto,
non ci sta: uccide il padre e ordina di ammazzare Massimo e famiglia.
Il generale riesce a salvarsi, seppur ferito, e finisce nelle mani di
Proximo (Reed), schiavista che obbliga i suoi prigionieri a
combattere. Massimo Decimo Meridio diventa così un gladiatore e,
ritornato a Roma, guadagna la stima del popolo che lo acclama. Ma si
scontrerà di nuovo con Commodo in un ultimo faccia a faccia.
Film
epico/storico, con tanta azione, violenza ed effetti speciali. Pieno
di falsi storici e licenze creative, è un film di enorme impatto.
Sia visivo che per la trama.
Bellissime scenografie, quasi tutte
costruite tramite computer (un uso così massiccio della CGI allora
era sbalorditivo. Adesso si notano i limiti, alcuni errori o elementi
che balzano all'occhio perché palesemente finti), fotografia che
vira su certi colori per dare forza e una poetica al racconto,
colonna sonora altrettanto epica e avvolgente di Hans Zimmer (Il tema
portante, famosissimo, è cantato magnificamente da Lisa Gerrard)
costumi. E un cast ricchissimo.
Russell Crowe per questo ruolo ha
avuto la consacrazione (vincendo anche l'Oscar), ha la fisicità
giusta, la faccia giusta, ma a dir la verità Joaquin Phoenix lo
supera di gran lunga, dando vita ad un Commodo ambiguo, subdolo,
piagnucolone, detestabile e affascinante al contempo. Una prova
davvero convincente. Bello ritrovare Oliver Reed (che morti prima
della fine delle riprese), Richard Harris e Derek Jacobi: alzano
sicuramente la qualità di un'opera quasi interamente concentrata sul
lato tecnico per stupire e intrattenere. C'è anche il piccolo
Giorgio Cantarini, il Giosuè figlio di Benigni ne La vita è bella, nella brevissima apparizione del figlio del
protagonista.
Un film diventato subito cult, entrato a piè pari
nella storia del cinema, indubbiamente affascinante, che coinvolge,
appassiona tramite immagini sanguinolente, crudissime (pur tuttavia
innocue), ma che negli anni ha perso quello smalto che aveva quando
era uscito.
Sembra - come accennato - invecchiato male e rivisto
oggi, anche piuttosto inconsistente.
I cinque Oscar, in quel momento,
probabilmente furono tutto sommato meritati.
Non il miglior Scott.
Comunque da vedere per curiosità (meglio in lingua originale).
Consigliato.
Voto: ***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento