Mi riferisco a Suffragette di Sarah Gavron.
Ecco la recensione:
Suffragette di Sarah Gavron del
2015. Con Carey Mulligan, Helena Bonham Carter, Meryl Streep, Natalie
Press, Anne-Marie Duff, Romola Garai, Ben Whishaw, Adam Michael Dodd,
Brendan Gleeson, Samuel West. (106 min. ca.)
Londra, 1912. Maud Watts (Mulligan)
lavora da quand'era bambina in una lavanderia, è sposata con Sonny
(Whishaw) e ha un figlio piccolo, George (Dodd). Pian piano e senza
rendersene quasi conto, verrà coinvolta dalla sua collega Violet
Miller (Duff) nel movimento delle suffragette, che lottano per far
ottenere il diritto di voto alle donne. Maude troverà una forza
inaspettata, trovandosi addirittura ad affrontare l'esperienza del
carcere per aver preso parte alle proteste, o la lontananza dal figlio George. Grazie al suo contributo -
insieme a quello delle altre - si arriverà ad ottenere il
cambiamento della Costituzione britannica nel 1928.
Film
drammatico/storico che si focalizza in particolare su un solo
personaggio - quello di Maud per l'appunto - per parlare di una
realtà ben più estesa.
Bella idea di partenza, così come è resa
in maniera ottima la ricostruzione degli ambienti (con scenografie
davvero suggestive) in simbiosi con la fotografia che sa sfruttare le
luci serali, i luoghi chiusi.
I costumi sono impeccabili, tanto che
sembra di entrare veramente in quel mondo, in quell'epoca. Bravissimi
anche gli attori. Su tutti (anzi, tutte) Carey Mulligan che con la
sua espressività riesce ad essere credibile mostrando tutte le
sfumature di Maud: l'essere coraggiosa e fiera, ma anche il doversi
lasciar andare a momenti di struggimento. Davvero in gamba. Bello
ritrovare Helena Bonham Carter in un ruolo inconsueto per lei, ossia
non da svitata o personaggio bizzarro, quanto forte e determinata:
Edith Ellyn, la farmacista ribelle, riesce ad avere molto carisma
grazie a lei. Anne-Marie Duff è come sempre spontanea ed espressiva.
Un po' sottotono Ben Whishaw, bravo il bambino. Natalie Press invece
interpreta il ruolo di Emily Davison, colpita dal cavallo di re
Giorgio V durante un derby dove era andata per protestare (l'8 giugno
1913). Meryl Streep fa un cameo nel ruolo di Emmeline Pankhurst,
politica e leader del movimento per il suffragio femminile. Quindi
personaggi realmente esistiti e finzione si intersecano in modo
omogeneo.
I difetti maggiori di quest'opera sono l'essere troppo di
maniera, troppo romanzata e forzata (con alcuni momenti creati a
tavolino per creare una certa emozione nel pubblico), con stereotipi
(il personaggio del poliziotto prima severo che alla fine quasi si
pente) e la fattura è televisiva: non ha un respiro cinematografico,
per quanto le qualità di cui sopra riescano a mitigare questa
sensazione.
È comunque interessante come tematica (viene utilizzato
anche un filmato d'epoca nel finale) e si vede che c'è stato
un'impegno, ma la regia della Gavron non è così originale se non in
alcuni momenti di impatto (le scene di massa in verità sono dirette
bene) e - come succede comunemente con questi generi - risulta
didascalico. (Le musiche di Alexandre Desplat non sono troppo
ridondanti e al contempo anonime - come quelle di The Danish Girl* -, si integrano bene anche se non lasciano il segno).
Coinvolgente tutto sommato.
Da vedere per curiosità. Consigliato.
*Mia recensione
Voto: ***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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