Mi riferisco ad American History X di Tony Kaye.
Ecco la recensione:
American History X di Tony Kaye
del 1998. Con Edward Norton, Edward Furlong, Beverly D'Angelo,
Jennifer Lien, Ethan Suplee, Fairuza Balk, Elliott Gould, Avery
Brooks, Stacy Keach, William Russ, Guy Torry. (119 min. ca.)
Danny Vinyard (Furlong)
è un adolescente neonazista. D'accordo con il professore d'italiano
Sweeney (Brooks), deve rifare la tesina, poiché quella consegnatagli
tesseva le lodi del Mein Kampf e questa volta intitolarla
"American History X", cercando di parlare di suo fratello
Derek (Norton), rilasciato in quegli stessi giorni di prigione dopo
aver scontato una pena ridotta per l'omicidio di due ragazzi di
colore. Infatti è stato Derek ad influenzare negativamente Danny. Lo
stesso Derek però è stato manipolato dal capo dei neonazisti della
zona, ossia Cameron Alexander (Keach) e prima ancora, fomentato
dall'odio per le minoranze dal padre poliziotto. Ma Derek una volta
uscito dal carcere, non vorrà più far parte di quel giro perché
avrà imparato una grande lezione e addirittura trovato la vera
amicizia in un ragazzo di colore e farà fatica a far capire alla sua
famiglia e ai suoi "amici" di essere cambiato.
Dramma che
parla senza peli sulla lingua di razzismo, integrazione e mostra cosa
può fare il fanatismo, come possa rendere alienati gli "adepti".
Girato benissimo, con i flashback in bianco e nero e tempi sospesi
con effetto ralenti, è permeato da un'atmosfera soffocante,
opprimente, di tensione.
La narrazione è frammentata, ma i pezzi
sono ben collegati tra loro. Pieno di violenza brutale, ma non
gratuita, sa coinvolgere e appassionare, vista anche la
caratterizzazione dei personaggi e l'approfondimento dei vari
rapporti (primo fra tutti quello tra fratelli).
Gli attori sono
bravissimi. Edward Norton è eccezionale: proprio perché ha uno
sguardo sotto sotto da buono, lo spettatore capirà le motivazioni
del suo comportamento, causato da influenze esterne, indottrinamenti
vari e da fattori psicologici. Un ruolo complesso che lui riesce a
interpretare con molte sfumature, rendendolo credibile e non
monodimensionale. Una delle sue migliori performance senza dubbio. In
gamba anche Edward Furlong che ha la faccia e il piglio giusto.
Ottimi Avery Brooks e Stacey Keach (nella consueta parte del
cattivone). Sempre bello ritrovare - anche se per poco - Elliott
Gould.
Un film interessante per le tematiche e il modo in cui sono
affrontate.
Nel finale forse risulta un po' - ma necessariamente -
retorico e anche la recitazione viene caricata, con una scena madre
forzata ma di enorme impatto.
Brillante, duro, coraggioso, fa riflettere.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
Voto: ***1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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