venerdì 11 marzo 2016

Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella, thriller tratto dal romanzo omonimo di Patricia Highsmith. Finto, artificioso, pieno di stereotipi. Cast ricco diretto male. Valido per le atmosfere

Oggi vi voglio parlare di un film di un bel po' di anni fa. Un film, di un regista famoso, che aveva avuto molto successo. Un thriller ambientato per gran part in Italia.
Mi riferisco a Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella.
Ecco la recensione:





Il talento di Mr. Ripley (The Talented Mr. Ripley) di Anthony Minghella del 1999. Con Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Jude Law, Cate Blanchett, Philip Seymour Hoffman, Jack Davenport, Sergio Rubini, James Rebhorn, Lisa Eichhorn, Philip Baker Hall, Celia Weston, Fiorello, Ludovica Tinghi, Stefania Rocca, Beppe Fiorello, Alessandra Vanzi, Marco Quaglia, Ivano Marescotti, Anna Longhi. (139 min. ca.)
1958, New York. Tom Ripley (Damon) è un giovane che si guadagna da vivere onestamente e sogna di poter diventare un pianista: ogni tanto infatti si diletta a suonare il pianoforte e si spaccia anche per quello che non è. È proprio durante un concerto per dei ricchi che Mr. Greenleaf (Rebhorn), padre di Dickie Greenleaf (Law) suo coetaneo, lo paga per andare in Italia e riportare il figlio indietro (si trova lì nullafacente). Accetta, arriva in un paese della Penisola Sorrentina e fa amicizia sia con Dickie che con la di lui fidanzata Marge (Paltrow), si sposta a Roma, a Sanremo con lui, conosce altri amici, ma il loro rapporto diventa sempre più morboso, anche per via della sua capacità di falsificare e di imitare tutto... 



























Dramma/thriller tratto dal romanzo omonimo di Patricia Highsmith - che aveva già ispirato Delitto in pieno sole di René Clément - dalle atmosfere affascinanti ma troppo affettato, artificioso e pieno di stereotipi. 
Il cast sarebbe perfetto sulla carta (sono presenti moltissimi attori italiani, visti le ambientazioni e i viaggi dei protagonisti. C'è anche il nostro Fiorello che canta Tu vuo' fa l'americano), ma sembrano diretti male e gli stessi personaggi sono caratterizzati un po' troppo superficialmente, con l'accetta. Matt Damon è in parte con quell'aria da (finto) bravo ragazzo, ma ha sempre la stessa smorfia. Jude Law è credibile, ma anche lui inespressivo, anonimo. Gwyneth Paltrow carina, ma il più delle volte senza nerbo. Per trovare qualità bisogna arrivare ai comprimari: Philip Seymour Hoffman dà molte sfumature ad un personaggio non particolarmente accattivante anche se cruciale alla storia. Stessa cosa vale per Cate Blanchett che, quando compare, illumina la scena con l'interpretazione della naif Meredith Logue, l'americana che cercherà di sedurre (invano o forse no) Tom Ripley e che verrà coinvolta quanto gli altri nei suoi tranelli. Forse il suo è l'unico personaggio insieme a quello di Peter (Davenport) per il quale si può provare un minimo di simpatia/empatia, poiché tutti gli altri sono detestabili, irritanti (volutamente, certo, ma anche la recitazione non ha aiutato). 
Qualche bella scena c'è (qualcuna evocativa, anche se un po' "plastica". Ma si può tollerare, dato che si parla di finzione) e qualche altra un po' brutale del primo omicidio da parte del protagonista, ma non è sufficiente. 
L'ambiguità strisciante seppur positiva - perché di questa è permeata la storia - sommata allo stile di Minghella è un mix letale urticante e pomposo. Inoltre l'azione sembra iniziare verso la metà: la ripresa è evidente e gradita, purtroppo però era già stato tutto compromesso dal poco brio. 
Rimane comunque interessante quel senso di soffocamento, di vera oppressione che aleggia nell'aria e che respira anche Ripley inghiottito ormai dalle sue stesse bugie. 
Belli invece i titoli di testa, interessante la colonna sonora. 
Un film malriuscito, sottotono, pretenzioso. 
Da vedere comunque per curiosità. Consigliato a metà (in lingua originale, per sentire meglio gli attori che cercano di parlare in italiano). 


Voto: **1/2








Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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