martedì 12 aprile 2016

Trash di Stephen Daldry, dramma/thriller ambientato nelle favelas di Rio De Janeiro. Bravi i tre giovani protagonisti, ma la storia ha enormi lacune di narrazione. Anche lo stesso regista sembra spaesato. Doppiaggio da ergastolo

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film diretto da un regista bravo che però in questo caso non dà il massimo.
Mi riferisco a Trash di Stephen Daldry.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, SPOILER pesanti nel testo]:





Trash di Stephen Daldry del 2014. Con Rooney Mara, Martin Sheen, Wagner Moura, Selton Mello, Rickson Tevez, Eduardo Luis, Gabriel Weinstein, André Ramiro, Stepan Nercessian, José Dumont, Jesuíta Barbosa, Christiane Amanpour. (113 min. ca.)
Rio de Janeiro. Tre ragazzini lavorano in una discarica e smistano la spazzatura. Uno dei tre, Raphael (Tevez), trova un portafoglio con dei soldi (che si intasca) e altri oggetti - tra cui la chiave di un armadietto - che appartengono ad un uomo, José Angelo (Moura), scomparso in circostanze misteriose. Venendo a scoprire (a care spese) che anche la polizia più che interessata, è invischiata nella faccenda, decidono di fare giustizia con l'aiuto di Padre Juilliard (Sheen) e di Olivia (Mara), un'americana che insegna inglese lì nelle favelas. 

















Dramma/thriller, tratto dal romanzo omonimo di Andy Mulligan e curiosamente sceneggiato da Richard Curtis. 
La storia è interessante e coinvolge, i tre giovani attori - non professionisti - sono eccezionali, davvero in parte sia nelle scene di stunt in cui si arrampicano con destrezza, saltano sui tetti, ecc..., sia in quelle con dialoghi e interazioni sia fra di loro che con il resto del cast. Brava, anche se compare poco, Rooney Mara (ma il doppiaggio è illegale, da ergastolo. Le hanno dato una voce con accento americano finto e pesantissimo à la Don Lurio) che è entrata perfettamente in sintonia con i piccoli protagonisti. Bello ritrovare Martin Sheen. 
Azione, inseguimenti, ritmo, tensione, atmosfere suggestive, con una ricostruzione ambientale davvero riuscita. Eppure qualcosa non funziona o non torna. 
La vicenda sembra proseguire in modo fin troppo facile, con i ragazzini che la fanno sempre franca nonostante abbiano i poliziotti - corrotti - alle calcagna. Va bene, è una sorta di favola edificante (fin troppo), ma, dato che viene presentata con toni da pellicola realista, certi colpi di scena (la bambina che appare d'improvviso) e snodi appaiono superficiali e incoerenti. 
Non parliamo poi del personaggio di Rooney Mara, che viene preso in consegna dal cattivone della polizia: si suppone abbia fatto una brutta fine, ed invece ritorna giusto giusto nel finale alla sua abitazione. Illesa, senza battere ciglio. Una voragine di sceneggiatura imperdonabile che non può essere considerata una mera dimenticanza o una cosa implicita: lo spettatore se ne accorge e si pone più di una domanda. 
Insomma, ci sono parecchie forzature che rovinano la costruzione dell'opera e un film che poteva essere più che discreto. Daldry ha fatto decisamente di meglio: qui sembra inoltre indeciso su quali binari prendere e non riesce ad essere credibile. 
Da vedere solo per curiosità (solo in lingua originale, per carità). Consigliato a metà. 


Voto: ** (Sarebbe più alto, ma lo svolgimento narrativo ha troppe lacune)







Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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