Mi riferisco a Polvere di stelle di Alberto Sordi.
Ecco la recensione:
Polvere di stelle di Alberto
Sordi del 1973. Con Alberto Sordi, Monica Vitti, John Phillip Law,
Wanda Osiris, Edoardo Faieta, Carlo Dapporto, Franco Angrisano, Dino
Curcio, Franca Scagnetti, Alfredo Adami, Lorenzo Piani, Luigi Antonio
Guerra, Piero Virgintino, Antonio Abramonte, Alvaro Vitali, Marcello
Martana, Luciano Martana, Giulio Massimini, Pietro Ceccarelli. (125 min. ca.)
Mimmo
Adami (Sordi) e Dea Dani (Vitti), coppia nel lavoro e nella vita,
sono due attorucoli di varietà: lui capocomico, lei la sua
spalla-soubrette. Nel '44 da Roma si sposteranno prima per piccole
date in Abruzzo, facendo la fame. Successivamente, dopo varie
peripezie con i nazifascisti per cui avrebbero dovuto lavorare (e
forse essere ammazzati), troveranno la fortuna a Bari. Lì, gli
alleati americani, tutti presi dall'entusiasmo dell'occupazione e dai
numeri alla buona dei due (con ballerine e tutto il resto della
compagnia danzante e cantante) ma tutto sommato di intrattenimento,
seppur spicciolo, li faranno debuttare al Teatro Petruzzelli con lo
spettacolo "Polvere di stelle (Stardust)". Mimmo e Dea si fanno
prendere la mano - e non solo, dato che proprio quest'ultima si
infatuerà di un ufficiale di marina americano, interpretato da John
Phillip Law - dal successo e sognano addirittura Hollywood. Purtroppo
però, quando finisce la "festa", finisce anche la loro
fortuna e dovranno ritornare a Roma con la coda fra le gambe e vivere
di ricordi.
Commedia diretta e scritta (insieme a Ruggero Maccari e
Bernardino Zapponi) dallo stesso Alberto Sordi che è un omaggio
all'avanspettacolo in tempo di guerra.
La prima parte è
divertentissima, effervescente, scatenata e ricorda (prendendo
l'affermazione con le dovute pinze per le ovvie differenze di stile -
in questo caso, come ci si può immaginare, più terra terra,
nostrano -, Vogliamo vivere! di Ernst Lubitsch oppure Operazione sottoveste di Blake Edwards).
Buona la regia sia
negli interni (teatri, nave) sia in mare, negli esterni. Molte le gag
simpatiche. E fin dai primi minuti si sente la canzone tema portante
e vero leitmotiv: Ma 'ndo Hawaii (con il testo ancora una
volta di Sordi), diventata poi famosa anche per chi non ha visto la
pellicola e le generazioni a venire), con la performance dei due
assolutamente irresistibile.
Nella seconda parte tutto diventa un po'
troppo prevedibile e anche il ritmo cala, non è più teso. Inoltre
le situazioni si ripetono e il film risulta monotono e prolisso (la
durata non aiuta). E non c'entra l'effetto nostalgia - riuscito - che
si voleva dare.
Alberto Sordi e Monica Vitti comunque sono
fantastici: tutti e due sono più espressivi e più contenuti del
solito, meno macchiettistici che in altri lavori. In particolare la
Vitti qui sembra molto più naturale che nelle pellicole di Scola o
di Monicelli (ed anche in Amore mio aiutami* sempre di
Sordi), seppur la recitazione sia caricata lo stesso: ma con più
sfumature, meno uso del dialetto e più passione. Affascinante,
carismatica, surclassa anche il suo partner. Alcuni camei: Wanda
Osiris, Dapporto. C'è anche - soltanto all'inizio - Alvaro Vitali
che balla il tip tap.
Un film simpatico, malinconico, per nulla
sdolcinato, che, nonostante i difetti di cui sopra, coinvolge,
affascina e crea la giusta suggestione. Parla della disillusione dei
piccoli "artisti" e del mito americano: lo prende in giro e
lo scimmiotta sinceramente, senza risultare ridicolo e anzi, in
alcune parti fa tenerezza: ad esempio quando Mimmo e Dea ballano
sulla terrazza dell'albergo. Un palese richiamo a Fred Astaire e
Ginger Rogers. Anche la ricostruzione ambientale e storica, per
quanto semplificate, riescono nell'intento di creare atmosfera.
Tra
le scene da ricordare: il soldato tedesco che dal finestrino della
nave "sembra" spiare Mimmo e Dea a letto. La compagnia che
viene presa a bastonate per aver rubato salumi e formaggi dalla
cantina dell'impresario. Poi, ovviamente, i numeri di varietà, molto
realistici.
Musiche appropriate ed ispirate di Piero Piccioni.
Leggerezza, ingenuità e ironia (qualche battuta telefonatissima che
tuttavia nel contesto non stona): Sordi questa volta ha indovinato la
ricetta.
Da vedere. Consigliato.
*Mia recensione
Voto: ***/***1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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