Mi riferisco a Charlotte Gray di Gillian Armstrong.
Ecco la recensione:
Charlotte Gray di Gillian
Armstrong del 2001. Con Cate Blanchett, James Fleet, Abigail
Cruttenden, Rupert Penry-Jones , Billy Crudup, Michael Gambon, Anton
Lesser, Ron Cook. (121 min. ca.)
Seconda guerra mondiale. Charlotte Gray
(Blanchett), una ragazza scozzese, va a Londra per lavorare nel campo
della medicina. Lì però conosce Peter Gregory (Penry-Jones), un
aviatore della RAF e se ne innamora. Peter riparte in missione e si
perdono le sue tracce. Dato che alcune voci dicono che si possa
trovare in Normandia, Charlotte, sotto copertura, si arruola nella
Resistenza nella Francia occupata. E intanto conoscerà il partigiano
Julien Levade (Crudup), che insieme a suo padre (Gambon) sta aiutando
due bambini ebrei a scampare la deportazione...
Dramma sentimentale
tratto dal romanzo omonimo di Sebastian Faulks.
Affascinante per la
storia e qualche immagine, già all'inizio dà l'idea di una
pellicola dalla fattura televisiva e molto patinata.
Ed infatti è
questo, ma soprattutto il classico melodramma polpettone con lui,
lei, la separazione e l'altro che prende il posto del primo.
Soltanto
che ha la fortuna di avere per protagonista una Cate Blanchett
carismatica (che a dire il vero non sembra essere patita né
sconvolta neanche durante le rappresaglie - poco credibile - ma che
si rifà con la sua straordinaria espressività). Sempre sull'orlo
del pianto, senza però essere mai sopra le righe, anzi, forse
giocando addirittura di sottrazione.
Gli abiti, l'eleganza innata e
il suo essere sempre e comunque piacevole fanno il resto. È
adorabile e salva tutta la baracca donando delle sfumature, rendendo
vivo il suo fragile - e coraggioso al contempo - personaggio. Bravi
anche Billy Crudup e Michael Gambon.
Ottime le ambientazioni, discreta la ricostruzione storica,
tuttavia la trama è già banale di per sé e la Armstrong come al
suo solito non fa niente per raggirare l'ostacolo, bensì accentua la
cosa.
Troppo telefonato, forzato, si limita a raccontare con poco
sforzo.
Si lascia seguire, il ritmo è anche piuttosto costante (la
vicenda e il genere in sé aiutano), purtroppo la sensazione di
essere di fronte ad una soap opera - di qualità, ma pur sempre una
soap - non molla un istante lo spettatore.
Un film oleografico, poco
ispirato.
Da vedere solo per curiosità. Consigliato a metà.
Voto: **
Il trailer:
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