Mi riferisco a Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg.
Ecco la recensione:
Salvate il soldato Ryan (Saving Private Ryan) di Steven
Spielberg del 1998. Con Tom Hanks, Edward Burns, Matt Damon, Jeremy
Davies, Tom Sizemore, Barry Pepper, Adam Goldberg, Giovanni Ribisi,
Vin Diesel, Nathan Fillion, Harrison Young, Bryan Cranston. (169 min. ca.)
1944,
sbarco in Normandia. Il capitano John H. Miller (Hanks), della
Compagnia Charlie del 2º Battaglione Rangers, dopo aver perso ben
quasi cento uomini, viene mandato in operazione di salvataggio per
riportare a casa il soldato James Francis Ryan (Damon), un
paracadutista, dopo che a Washington hanno saputo che gli sono morti
tutti e tre i fratelli. A quel punto, insieme al suo gruppo, gira più
città, sempre combattendo infaticabilmente e, una volta trovato,
neanche lo stesso Ryan vuole tornare subito a casa, ma terminare
prima quello che aveva iniziato.
Film di guerra/drammatico realizzato
benissimo (manco a dirlo): la prima mezz'ora è letteralmente
spettacolare. Cruda (c'è chi ha definito le immagini fini a se
stesse), esaltante, realistica e adrenalinica. Poi si addentra di più
nella vicenda in sé, fino ad un appassionante finale. Anzi,
pre-finale. Perché l'ultima scena è forse la sola cosa che si
poteva evitare. Circolare, con Ryan da vecchio insieme alla
famigliola a visitare la tomba.
Tutto diventa retorico nel pieno
stile "spielberghiano". Ci può benissimo stare però
risulta troppo patetico e ricattatorio.
Se la pellicola fosse terminata tre minuti
prima, le immagini commoventi - ma piene di dignità - avrebbero
detto tutto senza aggiungere frasi stucchevoli, senza dover per forza
sottolineare il concetto già messo in scena.
Comunque rimane ben
scritto, con un'ottima sceneggiatura e dal ritmo sempre costante.
Le
quasi tre ore passano in un lampo, non pesano: le varie dinamiche
sono sviluppate in maniera chiara e si alternano grandi momenti di
azione a momenti più riflessivi (bella la sequenza con la squadra
momentaneamente a riposo in attesa dei tedeschi, che ascolta Edith
Piaf).
Gli effetti speciali sono usati in modo impeccabile e il clima
è veramente pieno di suspense. Ineccepibili anche il montaggio
(visivo e sonoro, soprattutto per quegli anni). Le scenografie sono
imponenti e realistiche. In linea la colonna sonora del fedele John
Williams.
Il cast è ricchissimo (alcuni da allora hanno avuto più
fortuna, altri meno. In ogni caso sono tutti molto affiatati).
Spicca, ovviamente, Tom Hanks, che dal solito "bambolotto"
con il ghigno stampato, via via fornisce una performance con molte
sfumature. E - grazie anche ad un personaggio particolare, che crea
empatia col pubblico perché impaurito, che alterna momenti di
codardia ad altri di umanità o coraggio - Jeremy Davies è davvero
in parte, fragile, memorabile. Ottimo, come sempre, Giovanni Ribisi
nel ruolo del "medico" sensibile.
Un film intenso, che fa
star male per le scene forti (sbudellamenti vari, arti mozzati e via
dicendo, l'acqua del mare colorata di rosso) e coinvolge, appassiona.
Eppure la sensazione di una bella confezione hollywoodiana con
manierismo e propaganda filoamericana incorporati non molla un
secondo, fin dalla scena di apertura.
Nonostante ciò, è un'opera
indubbiamente importante cinematograficamente parlando (ha vinto anche cinque Oscar).
Da vedere.
Consigliato.
Voto: ***1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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