mercoledì 8 giugno 2016

Festa per il compleanno del caro amico Harold di William Friedkin, dramma di impianto teatrale e primo film hollywoodiano a parlare esplicitamente di omosessualità. Diretto e scritto con intelligenza, ha dialoghi acuti e caustici. Ottimo il cast

Oggi vi voglio parlare di un film di parecchi anni fa. Un film coraggioso. per la tematica trattata, di un grande autore e regista.
Mi riferisco a Festa per il compleanno del caro amico Harold di William Friedkin.
Ecco la recensione:





Festa per il compleanno del caro amico Harold (The Boys in the Band) di William Friedkin del 1970. Kenneth Nelson, Peter White, Leonard Frey, Cliff Gorman, Frederick Combs, Laurence Luckinbill, Keith Prentice, Robert La Tourneaux, Reuben Greene. (118 min. ca.) 
Michael (Nelson), un omosessuale trentenne, organizza un piccola festa con un gruppo di amici (gay) per festeggiare il compleanno di un altro della compagnia, Harold (Frey). Si aggiungerà, autoinvitato, Alan (White), l'unico etero (forse). Ciò porterà subito scompiglio e farà iniziare un gioco al massacro che li metterà a nudo, sottolineando le loro frustrazioni. 












Film drammatico girato tutto praticamente all'interno dell'appartamento (e terrazza, ma comunque in un luogo circoscritto), che è in pratica una pièce teatrale. 
Sembrerebbe non essere nulla di nuovo - ne sono state realizzate tantissime di pellicole costruite a questo modo -, invece lo è per la tematica: è il primo film hollywoodiano (di un grande autore ai suoi esordi tra l'altro) a parlare esplicitamente di omosessualità. E si ferma al "parlare". Non sono presenti immagini di baci o di sesso (come ad esempio nell'altro meraviglioso film Domenica, maledetta domenica* di John Schlesinger dell'anno successivo), ma solo espressioni colorite - dette come sfregio, soprattutto dal protagonista che ce l'ha con se stesso per essere quello che è - e scene di enorme impatto emotivo. 
I dialoghi inoltre sono taglienti, sempre rigorosi e, ciò che più fa funzionare l'opera, sembrano realistici per degli amici che non hanno peli sulla lingua e si conoscono bene. 
Ottimo il ritmo e l'uso dei toni. All'inizio pare una commedia tranquilla, anche divertente per via del personaggio di Emory (Gorman), il più effemminato del gruppo, ma anche quello più simpatico, ma piano piano lo spettatore si accorgerà che le cose prenderanno presto una piega diversa: il dramma è dietro l'angolo. 
Interessante per queste dinamiche e per l'approfondimento, sempre via via che i minuti passano, dei vari personaggi, della loro psicologia, delle loro fragilità e i sentimenti nascosti. Il gioco del telefono finale rende il clima teso come una corda. 
Gli attori sono tutti impeccabili, in parte e senza imbarazzo. Appropriata la colonna sonora con le varie hit smooth jazz. 
Un film corale coraggioso, cupo e cinico, che sa cosa dire e come dirlo, con scene madri mai strappalacrime, mai ricattatorie fini a se stesse. 
Memorabile, magistrale e importante per il suo significato, per i messaggi che veicola e che sono attuali ancora oggi (purtroppo). Circola in tre versioni diverse. 
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.


*Mia recensione
Voto: ***1/2








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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