Mi riferisco a Festa per il compleanno del caro amico Harold di William Friedkin.
Ecco la recensione:
Festa per il compleanno del caro amico
Harold (The Boys in the Band) di William Friedkin del 1970. Kenneth Nelson, Peter
White, Leonard Frey, Cliff Gorman, Frederick Combs, Laurence
Luckinbill, Keith Prentice, Robert La Tourneaux, Reuben Greene.
(118 min. ca.)
Michael (Nelson), un omosessuale trentenne, organizza un piccola
festa con un gruppo di amici (gay) per festeggiare il compleanno di
un altro della compagnia, Harold (Frey). Si aggiungerà,
autoinvitato, Alan (White), l'unico etero (forse). Ciò porterà
subito scompiglio e farà iniziare un gioco al massacro che li
metterà a nudo, sottolineando le loro frustrazioni.
Film drammatico
girato tutto praticamente all'interno dell'appartamento (e terrazza,
ma comunque in un luogo circoscritto), che è in pratica una pièce
teatrale.
Sembrerebbe non essere nulla di nuovo - ne sono state
realizzate tantissime di pellicole costruite a questo modo -, invece
lo è per la tematica: è il primo film hollywoodiano (di un grande
autore ai suoi esordi tra l'altro) a parlare esplicitamente di
omosessualità. E si ferma al "parlare". Non sono presenti
immagini di baci o di sesso (come ad esempio nell'altro meraviglioso
film Domenica, maledetta domenica* di John Schlesinger dell'anno successivo),
ma solo espressioni colorite - dette come sfregio, soprattutto dal
protagonista che ce l'ha con se stesso per essere quello che è - e
scene di enorme impatto emotivo.
I dialoghi inoltre sono taglienti,
sempre rigorosi e, ciò che più fa funzionare l'opera, sembrano
realistici per degli amici che non hanno peli sulla lingua e si
conoscono bene.
Ottimo il ritmo e l'uso dei toni. All'inizio pare una
commedia tranquilla, anche divertente per via del personaggio di
Emory (Gorman), il più effemminato del gruppo, ma anche quello più
simpatico, ma piano piano lo spettatore si accorgerà che le cose
prenderanno presto una piega diversa: il dramma è dietro l'angolo.
Interessante per queste dinamiche e per l'approfondimento, sempre via
via che i minuti passano, dei vari personaggi, della loro psicologia,
delle loro fragilità e i sentimenti nascosti. Il gioco del telefono
finale rende il clima teso come una corda.
Gli attori sono tutti
impeccabili, in parte e senza imbarazzo. Appropriata la colonna
sonora con le varie hit smooth jazz.
Un film corale coraggioso, cupo
e cinico, che sa cosa dire e come dirlo, con scene madri mai
strappalacrime, mai ricattatorie fini a se stesse.
Memorabile,
magistrale e importante per il suo significato, per i messaggi che
veicola e che sono attuali ancora oggi (purtroppo). Circola in tre
versioni diverse.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
*Mia recensione
Voto: ***1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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