Mi riferisco a Lovers and Lollipops di Morris Engel e Ruth Orkin.
Ecco la recensione:
Lovers and Lollipops di Morris
Engel e Ruth Orkin del 1956. Con Lori March, Gerald S. O'Loughlin,
Cathy Dunn, William Ward. (82 min. ca.)
Ann (March) vedova, comincia a frequentare
assiduamente Larry (O'Loughlin), un vecchio amico. Il loro rapporto
si fa sempre più forte e le continue gite per le varie bellezze di
New York non fanno che accrescere il loro sentimento. L'uomo da un
giorno all'altro inoltre si trova a fare da padre a Peggy (Dunn), la
figlia di sette anni di Ann. Una bambina vivace - a tratti realmente
insopportabile - che, nonostante gli voglia veramente bene, ogni
tanto sembra gelosa della madre. Piano piano le cose si faranno
troppo snervanti per Larry, che decide di rompere con Ann anche se
avevano deciso di sposarsi. Ma è solo momentaneo.
Film particolare,
sperimentale per meglio dire, e vero e proprio neorealismo americano
(che influenzerà anche gli artisti della Nouvelle Vague, Cassavetes
e ultimamente Todd Haynes).
È come se tutto accadesse davanti agli
occhi dello spettatore, un qui e ora, un cogliere il momento come con
le fotografie (non è un caso che i due autori siano stati, prima di
tutto, dei grandi fotografi). Vengono rappresentate scene di
quotidianità di una coppia appena formata.
Molti i momenti
interessanti: quello al museo d'arte moderna con Peggy che si mette a
giocare con la barca regalatale da Larry nella vasca decorativa del
cortile. Oppure quando la bambina si nasconde dietro le macchine e si
fa cercare dall'uomo (visibilmente esausto). O, ancora, quando Larry
legge un articolo di una rivista alla bambina e questa gioca a fargli
il verso. Piccoli gesti di sincera tenerezza e spontaneità. Ma anche
di passione fra i due adulti che si baciano con trasporto (con Peggy
che li spia da dietro la porta. Quel momento ha un taglio fotografico
meraviglioso, con luci ed ombre).
Come appena detto, la fotografia è
- inevitabilmente - bellissima, il taglio delle riprese impeccabile,
con quello sguardo puro, senza sovrastrutture, quello stile naturalistico che tanto mancava nel
cinema - per quanto meraviglioso - artefatto hollywoodiano.
Ed anche
gli attori non sono certo dei divi (anche se presero parte a qualche
pellicola o serie degne di nota): sono persone normali, qualsiasi e
perciò ideali per un progetto del genere (come nel nostro realismo
con attori non professionisti presi dalla strada). Eppure sono molto
affiatati ed espressivi, realmente in parte, tanto che si finisce ad
affezionarsi. Anche alla piccola Cathy Dunn, bravissima a fare la
viziata capricciosa.
Ottimo il montaggio e curiosa la colonna sonora
un po' jazzata e allegra. Un film notevole, a suo modo bizzarro per l'epoca,
eppure così affascinante (viene dato grande spazio anche ai silenzi,
lasciando parlare le immagini. Ecco un altro motivo per cui Haynes lo
cita spesso quando parla di Carol*), ben fatto e, per
usare un aggettivo un po' "retrò", delizioso.
Da vedere
assolutamente. Consigliatissimo.
*Mia recensione
Voto: ***1/2
Due scene:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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