lunedì 6 giugno 2016

Immagini Argentina - Imagining Argentina di Christopher Hampton, film drammatico ambientato nel periodo del regime militare argentino e tratto dal romanzo omonimo di Lawrence Thornton. Il regista non riesce a districarsi tra realtà e finzione da romanzo rendendo tutto stucchevole e involontariamente ridicolo, vanificando il tentativo di raccontare una parte di storia dolorosa. La recitazione è sopra le righe

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa. Un film drammatico davvero gestito male nelle dinamiche.
Mi riferisco a Immagini Argentina - Imagining Argentina di Christopher Hampton.
Ecco la recensione:





Immagini Argentina - Imagining Argentina di Christopher Hampton del 2003. Con Antonio Banderas, Emma Thompson, Leticia Dolera, Maria Canals-Barrera, Anton Lesser, Kuno Becker, Rubén Blades, Hector Bordoni, John Wood, Claire Bloom, Irene Escolar, Horacio Obón, Stella Maris. (103 min. ca.)
Nel 1976 a Buenos Aires, Cecilia Rueda (Thompson) una giornalista che ha denunciato la scomparsa di molte persone dopo il colpo di stato, viene "rapita" mentre si trova a casa da sola e fatta scomparire anch'essa. Il marito Carlos (Banderas), che dirige un teatro per ragazzi, comincia proprio il giorno stesso ad avere esperienze paranormali: è in grado infatti di rintracciare (vivi o morti) i desaparecidos. Così decide di "sfruttare" (non a scopo di lucro) questo suo nuovo dono una volta la settimana, nel cortile di casa, la sera, radunando i parenti di queste povere vittime. Ovviamente tenta in tutti i modi di ritrovare la moglie. Ha degli indizi, ma sembrano non bastare. E intanto però la questione si aggrava ulteriormente: arrivano ad "arrestare" anche il suo amico Silvio (Blades) e sua figlia Teresa (Dolera). Eppure non dispera di poter ritrovare sua moglie...









Film drammatico tratto dal romanzo omonimo di Lawrence Thornton, che, come la pellicola Garage Olimpo* di Marco Bechis, tratta il tema degli orrori compiuti durante il regime militare argentino.
Il problema è che qui non ci si limita a raccontare uno dei tanti casi e farne un simbolo, bensì ci si spinge oltre.
Se su carta probabilmente, lasciando tutto all'immaginazione del lettore, l'intreccio può essere valido e interessante per rendere più articolata una storia troppo cupa e che altrimenti sarebbe soltanto "storia" per l'appunto, una sorta di saggio giornalistico, mettendolo in scena si perde quell'effetto impalpabile, acquisendo una didascalicità che si ritorce contro anche a quello che di buono c'è nella parte realistica della vicenda.
La trovata del protagonista sensitivo per parlare di un fatto terrificante come questo è ignobile, imperdonabile da portare sul grande schermo.
È davvero una violenza nei confronti della memoria, di quella storia tanto importante. E come se non bastasse è stata infarcita di finzione, di speranza impossibile, di stucchevolezze.
Per cosa poi? Per raccontare una storia d'amore. Imperdonabile. Senza contare le coincidenze non plausibili, le scene involontariamente comiche (lei che scappa tranquilla e ha anche il tempo di fermarsi a guardare il gufo - simbolo che ricorre - lui che va in trance) e imbarazzanti.
Il finale inoltre è quanto di più tirato via ci potesse essere e per niente soddisfacente. Altro grande difetto: le scene di violenza sembrano gratuite (seppur molto verosimili). Sono presenti oltre tutto anche incongruenze assurde che non potrebbero mai essere successe davvero (la figlia in cella con la madre ad esempio).
Il cast sarebbe anche in parte, soltanto che la recitazione è sopra le righe. Antonio Banderas riesce a dare molte sfumature al suo personaggio, però rimane invischiato nella macchietta. Brava invece la sconosciuta Leticia Dolera.
Il regista (e sceneggiatore) ha sbagliato tutto, non ha saputo calibrare i toni e mescolare i generi. Il passaggio dal surreale/thriller al dramma più reale non gli è riuscito, rovinando così la possibilità di realizzare un buon film sul ricordo e su ciò che è stata una vera tragedia moderna.
A Venezia ha avuto un'accoglienza – giustamente – disastrosa.
Pessimo. Da evitare.

*Mia recensione
Voto: *1/2








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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