Mi riferisco a Wolf - La belva è fuori di Mike Nichols.
Ecco la recensione:
Wolf - La belva è fuori (Wolf) di Mike
Nichols del 1994. Con Jack Nicholson, Michelle Pfeiffer, James
Spader, Kate Nelligan, Richard Jenkins, Eileen Atkins, Christopher
Plummer, Ron Rifkin, David Hyde Pierce, Om Puri, David Schwimmer,
Prunella Scales. (125 min. ca.)
Will Randall (Nicholson), caporedattore di una casa
editrice che sta per essere soppiantato dal giovane e arrivista
Stewart Swinton (Spaden), mentre sta viaggiando in una notte di luna
piena su una strada del Vermont, investe un lupo. Si ferma per
soccorrerlo ma questo lo morde e scompare. Da quel momento Will non è
più lo stesso, comincia ad avere i sensi più acuti, gli crescono
strani peli, di notte sparisce per andare a commettere strane cose.
Insomma, si sta trasformando in un lupo. Cercherà di aiutarlo Laura
Alden (Pfeiffer), figlia del capo di Will, Raymond Alden (Plummer).
Horror/fantastico con una venatura sentimentale affascinante ma
risibile.
Intrigante per i due attori protagonisti: Jack Nicholson è
un licantropo perfetto. Dalla postura alle espressioni facciali. Il
trucco quasi non serve. Michelle Pfeiffer forse all'apice della sua
bellezza. Sinuosa, sexy senza essere mai volgare e bravissima (come
sempre. E come sempre sottovalutata): in alcuni momenti pare irreale.
James Spader è un antipatico in gamba come al solito. Gli altri
fanno la loro.
Il problema è la trama. Per quanto impegno ci possa
aver messo un regista come Nichols, per quanto sia presente un po' di
suspense tipica del genere (poi si va a finire anche sul giallo,
perciò, oltre la tensione, sale anche la curiosità), lo spettatore si ritrova
con un pugno di mosche in mano, dato che il tutto viene liquidato non
solo in poche spiegazioni e troppo superficialmente (sarebbe il
minimo), concentrandosi soltanto sul trio e sugli effetti speciali
già vecchi e altri effetti visivi sorpassati.
Un peccato perché
poteva essere un'opera quantomeno buona, invece il risultato è
modesto.
Non da buttare, ma è un film soltanto acchiappapubblico,
lontano mille miglia da pellicole provocatorie, trasgressive, di
rottura di Mike Nichols (che qui è è soltanto un mestierante) e ancor più distante da un capolavoro come Un lupo mannaro americano a Londra di Landis ad esempio.
Forse perché - a parte qualche battutina qua e là - si prende
troppo sul serio. La conseguenza è che alcune scene appaiono
paradossalmente ridicole: fanno leggermente impressione quelle di
lotta e di trasformazione, ma è un brivido che dura due secondi e
sopraggiunge la risata volontaria.
Anche la colonna
sonora di Morricone è un po' anonima, anche se sempre bella.
Comunque da vedere per curiosità. Consigliato a metà.
Voto: **1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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