Mi riferisco di L'albero degli zoccoli di Ermanno Olmi.
Ecco la recensione:
L'albero degli zoccoli di Ermanno
Olmi del 1978. Fine 1800, Palosco (Bergamo). (175 min. ca.)
Quattro famiglie di
contadini vivono in una grande cascina, sotto le rigide regole del
padrone (a cui vanno i due terzi dei raccolti). Tra queste c'è
Batistì (Luigi Ornaghi), padre del piccolo Menec, sei anni, sveglio
e l'unico a ricevere un'istruzione, che proprio per fare un nuovo
paio di zoccoli al figlio Ménec, taglia l'albero del padrone. Così
quest'ultimo, venuto a sapere della cosa, caccia lui e tutta la sua
famiglia (con bambino appena nato), lasciandoli in estrema povertà e completa incertezza.
Pellicola che racconta con il ritmo della quotidianità (una
quotidianità fine ottocento) la vita rurale in tutta la sua
semplicità e durezza.
Bellissime immagini malinconiche e suggestive
(ottima la fotografia) che fanno rivivere allo spettatore il passato
messe in scena con una sensibilità e un verismo (poetico, pittorico
anche) che lasciano stupefatti.
Gli attori non sono professionisti ma
veri contadini e parlano in stretto dialetto bergamasco (anche se
circola in due versioni, ridoppiata in italiano dagli stessi
interpreti) e nei titoli di coda vengono nominati con cognome e nome
e non al contrario. Tutti estremamente credibili: anche i bambini
sono lontani dalla leziosità di un certo cinema.
Molte le scene
crude (l'uccisione dell'oca e del maiale), ma ciò che colpisce
profondamente è il senso dell'ingiustizia perpetrata dei padroni nei
confronti di questa povera gente (di un'ignoranza e di un'ingenuità
abissale) e quel velo di tristezza palpabile fin dai primi secondi.
Meravigliose e dolcissime quelle dei racconti del nonno ai nipotini
davanti al fuoco o divertenti (ma sempre con malinconia) quelle in
stalla con tutte le famiglie che stanno al caldo e in un momento di
convivialità. Mai ricattatorio, mai patetico: la commozione deriva
soltanto dalle situazioni, dal modo in cui vengono raccontate e
rappresentate. Azzeccato l'uso di Bach come colonna sonora che si
alterna ai rumori, a canzoni popolari, ecc...
Toccante, sincero,
realmente sentito e coraggioso per la trama, per il modo in cui è
stato girato (con polso e tanto rispetto). E le tre ore forse
risultano ostiche ma mai pesanti.
Uno dei migliori film italiani
senza dubbio, un vero capolavoro.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
Voto: ****1/2
Una scena:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento