Mi riferisco a The Aviator di Martin Scorsese.
Ecco la recensione:
The Aviator di Martin Scorsese
del 2005. Con Leonardo DiCaprio, Cate Blanchett, Gwen Stefani, Kate
Beckinsale, John C. Reilly, Alec Baldwin, Alan Alda, Ian Holm, Danny
Huston, Jude Law, Adam Scott, Matt Ross, Kelli Garner, Josie Maran,
Frances Conroy, Brent Spiner, Stanley DeSantis, Edward Herrmann,
Willem Dafoe, Kenneth Welsh. (170 min. ca.)
La vita dell'imprenditore, aviatore,
regista e produttore cinematografico Howard Hughes, famosissimo dagli
anni '20, in tutto il suo smisurato ego, con tutte le sue manie.
Successi ed insuccessi (e l'indagine dell'FBI per aver intascato i
soldi del Governo per costruire i suoi aeroplani) - anche privati -
per un personaggio davvero bizzarro, sopra le righe.
La
caratterizzazione del personaggio è riuscita su tutti i livelli. La
sceneggiatura ha la sua parte, così come la regia ha seguito la sua
particolarità, con scene quasi stranianti e stralunate.
Ma è
Leonardo DiCaprio che fa il resto. Il suo è stato un grande lavoro
sui tic, sulle varie ripetizioni verbali, i rituali scaramantici, la
paura dei germi, di venire a contatto con gli altri, ecc....,
l'accento texano marcato, le posture, le espressioni facciali. Non
poteva far meglio così: un'interpretazione notevole, credibile,
nonostante i toni dell'opera siano grotteschi. Da menzionare -
ovviamente - anche la performance di Cate Blanchett (premiata con
l'Oscar) nei panni di Katharine Hepburn (amante e quasi moglie di
Hughes). Anche qui vale lo stesso discorso fatto per DiCaprio: un
lavoro certosino sulla voce (diventata più stridula, lei che ce l'ha
così scura e bassa, con accento pesante del New England), con una
ricerca e una riproduzione delle posture, della gestualità (il modo
di muovere le mani ad esempio davvero inconfondibile), i vezzi, la
camminata, la grinta. Fermo restando che Katharine Hepburn era
un'altra cosa (non per la Blanchett in sé, che come attrice è al
pari e forse anche al di sopra per versatilità e naturalezza
soprattutto, di Great Kate, quanto perché la Hepburn aveva una luce
propria, aveva un carisma tutto suo, come di certo ce l'ha la
Blanchett - vera diva, in senso positivo del termine - ma in modo
diverso), ad un certo punto ci si dimentica perfino che la stia quasi
imitando per quanto ci crede, da quanto la sua presenza buca lo
schermo. Peccato che il personaggio sia presentato (almeno
all'inizio, poi si riprende) quasi vanitoso, in cerca di fama, quando
alla Hepburn si poteva contestare solo il suo essere un po' brusca e
altera. Di certo lo stile, l'anticonformismo e quel senso
dell'umorismo contagioso (di una mente brillante) sono colti nel
segno. Brava davvero.
Qualche riserva invece sulla somiglianza e
attendibilità degli altri attori che non hanno un briciolo del
carisma degli originali. Kate Beckinsale Ava Gardner? Gwen Stefani
Jean Harlow? No, non ci siamo. La prima poi in quanto ad espressività
è messa male. Peccato, perché il suo personaggio ha un'importanza
quasi cruciale per la vita di Hughes. Bravo Alan Alda nei panni del
Senatore Brewster, ma fa poco. Gli altri sono di contorno.
Tutto il
resto è molto curato: dalle scenografie - di Dante Ferretti - alla
fotografia con effetto invecchiato, dagli effetti speciali e la
riproduzione dei modellini degli aerei. Spettacolare la scena
dell'incidente con l'aereo che precipita in mezzo alle case. Bello
anche il trucco. La musica di Howard Shore fa il suo dovere ma è
anonima. Meglio la scelta dei brani famosi.
Pellicola interessante, solida e complicata da realizzare:
mostrare la "follia" anche creativa - l'ostinazione nel
voler portare a termine a tutti i costi i suoi film Gli angeli
dell'inferno e Il mio corpo ti scalderà (la scena
di Hughes davanti alla commissione di censura è da sbellicarsi) o
i suoi velivoli - era una vera e propria sfida. Invece Scorsese ci è
riuscito, girando quasi un colossal.
Alla fine quasi si compatisce
Hughes: tanta foga per essere il numero uno, diventando però
completamente squilibrato (problemi che derivano dall'infanzia, ma
alimentati negli anni).
Un film interessante non tanto per la storia
in sé, quanto per come viene raccontata, cercando di distaccarsi dai
canoni di genere (inoltre, come sempre, si percepisce l'amore di
Scorsese per il cinema classico, per quel tipo di mondo e di
ambiente).
Certo, nonostante sia puro intrattenimento, ha bisogno di
una certa concentrazione da parte dello spettatore per essere
compreso (stilisticamente) appieno.
Da vedere assolutamente (in
lingua originale. Le voci italiane sono inascoltabili. La Hepburn non
sembra la Hepburn: almeno avessero ripreso il doppiaggio del
passato...). Consigliatissimo.
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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