Mi riferisco a L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo di Jay Roach.
Ecco la recensione:
L'ultima parola - La vera storia di
Dalton Trumbo (Trumbo) di Jay Roach del 2015. Con Bryan Cranston, Louis
C.K., Elle Fanning, John Goodman, Diane Lane, Michael Stuhlbarg,
Helen Mirren, Alan Tudyk, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Dean O'Gorman,
Stephen Root, David James Elliott, Roger Bart, Peter Mackenzie, John
Getz, Christian Berkel, Richard Portnow. (12 min. ca.)
1947 circa, durante la
guerra fredda. Dalton Trumbo (Cranston) è uno sceneggiatore di
successo. Le sue simpatie politiche comuniste lo fanno includere,
come tanti altre figure hollywoodiane, nella famosa (ed infamante)
lista nera. Sconterà addirittura anni di prigione e una volta fuori,
cercherà di raggirare questo ostruzionismo per poter lavorare.
Comincerà a scrivere sotto vari pseudonimi (con i quali vinse due
Oscar) sceneggiature di film diventati dei classici come Vacanze Romane o Spartacus. Dopo molto tempo, quella caccia
alle streghe finì com'era iniziata.
Pellicola - tratta dalla
biografia Trumbo di Bruce Alexander Cook - dai toni
drammatici misti a commedia che racconta degli aneddoti ai più
(soprattutto a noi italiani) sconosciuti.
Sono presenti cose molto
sfiziose, ad esempio i documenti dell'epoca a volte integri e
originali, a volte ritoccati in CGI con gli attori che interpretano i
protagonisti della vicenda. Bel lavoro anche della fotografia (che in
una particolare sequenza regala anche l'effetto della pellicola in
bianco e nero colorata poi a mano in un secondo momento con tonalità
"posticce").
Il cast è azzeccato. Bryan Cranston riesce
dare al personaggio di Trumbo carisma e vitalità. È espressivo,
istrionico ma mai sopra le righe. Un'interpretazione intensa che
merita davvero la nomination all'Oscar. Helen Mirren nei panni della
perfida e pettegola Hedda Hopper - giornalista di gossip sempre in
prima linea anche sul fronte anticomunista - è perfetta come lei sa
sempre essere con personaggi austeri e cinici. Bello ritrovare John
Goodman nei panni del produttore Frank King (uno dei pochi che
credette in Trumbo dopo il periodo in prigione, anche per un suo
tornaconto certamente, ma che ha saputo aiutarlo a mettere da parte
un po' di quattrini): un uomo forte e impulsivo, un ruolo adatto a
lui. Bravo Louis C.K. nel ruolo inventato di Arlen Hird, amico di
Trumbo, che ha portato avanti la causa comunista insieme a lui. Diane
Lane nella parte della moglie, Elle Fanning nella parte della figlia
e gli altri fanno poco, sono solo delle spalle.
Qualche obiezione per
la poca somiglianza di alcuni divi del passato, ma per il resto, la
messa in scena è credibile, nonostante si sfiori a volte la
macchietta. Il film in sé poi è didascalico, come (quasi) tutte le
biografie e ha poco respiro. Inoltre alcune scene che vorrebbero
essere ispirate e commoventi, risultano invece telefonate, prive di
forza (però è da apprezzare il fatto che le vicende familiari non
occupino tanto spazio).
Tuttavia è un'opera necessaria, un mea culpa
doveroso riguardo un periodo increscioso per la società americana
(non soltanto nel campo cinematografico), che ha portato alla
negazione della libertà. Bastava essere accusati anche soltanto alla
lontana di comunismo e si finiva in tribunale a doversi discolpare (o
a dichiararsi colpevoli) di chissà quali reati. Una vera e propria
persecuzione.
Un film interessante e tutto sommato piacevole (se non si bada alle pecche registiche), con un
protagonista davvero in gamba. Da vedere. Consigliato.
Voto: **1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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