giovedì 25 febbraio 2016

Irrational Man di Woody Allen, ultimo film del regista che ripropone i temi a lui cari in un mix non del tutto brillante. Joaquin Phoenix ed Emma Stone sono bravi ma insieme non fanno scintille

Oggi vi voglio parlare di un film  recente, uscito pochi mesi fa nelle sale. Un film di un grande regista, forse un po' troppo prolifico negli ultimi vent'anni.
Mi riferisco a Irrational Man di Woody Allen.
Ecco la recensione:





Irrational Man di Woody Allen del 2015. Con Joaquin Phoenix, Emma Stone, Parker Posey, Jamie Blackley, Betsey Aidem, Ethan Phillips, Meredith Hagner, Ben Rosenfield, David Aaron Baker. (96 min. ca.)
Abe Lucas (Phoenix), insegnante di filosofia conosciuto come un donnaiolo impenitente, ora è in crisi nera. Si trasferisce a Rhode Island per lavorare al college Brailyn. Lì conosce Rita (Posey), una collega pettegola e che subito gli fa delle proposte. Ma sarà la sua giovane studentessa Jill Pollard (Stone) ad innamorarsi veramente di lui e a cambiargli per un pochino... la vita. 



























Commedia sentimentale che sfocia nel giallo, con tutti i soliti temi cari ad Allen, la filosofia, gli scrittori russi, l'amore, la morte. Anche la storia ricorda altre sue opere (migliori di questa). 
Ci sono i suoi soliti trucchetti, con la trama che si evolve con continui piccoli colpi di scena (un po' telefonati): quello che cambia è l'ambientazione e i personaggi. 
I due protagonisti sono molto bravi presi da soli e in qualche momento anche insieme funzionano, ma in molte scene non c'è chimica. Bravo Joaquin Phoenix - volutamente sottotono - e ombroso. Emma Stone come al solito sfodera una quantità di espressioni facciali, ma è la parte solare e comica della pellicola. Una vera Woody in gonnella: potrebbe essere sua figlia. Anche lei o la si ama o la si odia. Bravina anche Parker Posey anche se compare poco. 
La regia è come al solito buona, tutto è costruito come sempre in maniera impeccabile. 
Il difetto, come già menzionato, è proprio nella sceneggiatura. Anzi, ancora più a monte (perché qualche dialogo sarebbe pure - ovviamente - azzeccato), nel soggetto. 
Ad Allen si lascia correre tutto in nome del suo estro, del suo vero talento, della sua capacità di sorprendere dopo qualche altro lavoro non all'altezza e in nome dell'intrattenimento. 
È vero, intrattiene, coinvolge (nonostante qualche caduta di ritmo), ma tutto il resto? 
Un piccolo passetto indietro rispetto al non così esaltante ma davvero tenero e divertente (a tratti) Magic in the Moonlight*.
Da vedere (sempre e comunque) per curiosità. Consigliato. 

*Mia recensione
Voto: **1/2 (Per affetto)





Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











  
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