mercoledì 10 settembre 2014

L'appartamento spagnolo di Cédric Klapisch, commedia un po' grezza ma (moderatamente) divertente che riesce a parlare con leggerezza di integrazione. Bravo il protagonista - con la faccia da schiaffi - Romain Duris

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa molto furbo che ha avuto un grandissimo successo. Devo dire che non è malissimo. Un po' grezzo...
Mi riferisco a L'appartamento spagnolo di Cédric Klapisch.
Ecco la recensione:





L'appartamento spagnolo (L'Auberge espagnole) di Cédric Klapisch del 2002. Con Romain Duris, Judith Godrèche, Cécile de France, Kelly Reilly, Cristina Brondo, Federico D'Anna, Kevin Bishop, Audrey Tautou, Barnaby Metschurat. (122 min. ca.)
Xavier (Duris), ragazzo francese studente di economia, decide di andare a Barcellona per l'Erasmus e così riuscire a specializzarsi ed imparare lo spagnolo per poi entrare direttamente a lavorare al Ministero delle Finanze grazie a delle conoscenze. All'inizio è un po' spaesato e triste (anche per aver dovuto abbandonare momentaneamente la fidanzata Martine, interpretata dalla Tautou) ma piano piano si ambienterà anche grazie ai coinquilini con cui dividerà un appartamento disordinatissimo e variegato (sono presenti infatti ragazzi da ogni parte d'Europa). Tornato a casa e appena avuto il posto di lavoro deciderà però di mandare tutto all'aria e di diventare uno scrittore partendo proprio a raccontare la sua avventura in Spagna. 





















Commedia semplice ma divertente con il protagonista che fa anche da narratore ed è l'anello di congiunzione di tutta la storia. 
Diretto abbastanza bene con uno stile asciutto e grezzo, riesce a dare l'idea di cosa sia vivere e studiare in un'altra città o addirittura in un altro Paese. 
E' una pellicola che vive di stereotipi (già il fatto che ci siano tante nazionalità diverse con altrettanti modi diversi di vivere, di vedere le cose, con difficoltà di linguaggio) ma li sa sfruttare bene, ci gioca e fa divertire anche lo spettatore che si sente subito coinvolto nelle vicende - anche queste piene di cliché - del gruppo. 
Vengono usati espedienti terra terra, equivoci e tradimenti scontati che però non sono distanti dalla realtà e aiutano a rafforzare la trama. 
Duris ha una faccia da schiaffi e si fa subito prendere in simpatia ed anche gli altri sembrano essere molto naturali (anche l'italiano Federico D'Anna). 
C'è qualche buco di sceneggiatura, il finale è molto affrettato con i tempi troppo condensati ma rimane comunque un prodotto piacevole anche per il suo modo leggero e simpatico nel parlare di integrazione. 
Da vedere per curiosità. Consigliato. (Ha avuto anche un seguito Bambole Russe del 2005).


Voto: **1/2










Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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