giovedì 7 agosto 2014

Il buio nella mente di Claude Chabrol, film in cui la follia arriva piano piano fino al culmine finale. Ben diretto e intepretato dalle due eccezionali protagoniste Isabelle Huppert e Sandrine Bonnaire (vincitrici della Coppa Volpi)

Oggi vi voglio parlare di un film francese molto particolare, con la tensione che va in crescendo per un finale fortissimo e spietato.
Mi riferisco a Il buio nella mente di Claude Chabrol.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, SPOILER sparsi]:





Il buio nella mente (La Cérémonie) di Claude Chabrol del 1995. Con Isabelle Huppert, Sandrine Bonnaire, Jean-Pierre Cassel, Jacqueline Bisset, Virginie Ledoyen. (111 min. ca.)
Sophie (Bonnaire) viene assunta come domestica dalla famiglia Lelièvre composta da marito (Cassel), seconda moglie (Bisset) e due figli. La donna, analfabeta, enigmatica, taciturna e strana (con un passato altrettanto misterioso e la morte del padre non autosufficiente), fa amicizia con la stramba e vitale impiegata postale Jeanne (Huppert), anche lei con un passato macchiato dal presunto omicidio della figlioletta. Un giorno Sophie (che comunque non dimostrava di essere affidabile e un po' squilibrata. Ancora meno dato che frequentava sempre più spesso Jeanne, accusata di aver aperto lettere e pacchi proprio dei Lelièvre) viene licenziata per aver ricattato la figlia maggiore Melinda. A questo punto Jeanne dice di volerla aiutare a portare via le sue cose dall'abitazione per farla trasferire da lei. Arrivano nella villa e, mentre tutti sono intenti a godersi l'opera Don Giovanni di Mozart trasmessa alla tv, è proprio Jeanne a voler vendicarsi per il "torto" secondo lei fatto all'amica. Inizia prima a versare la cioccolata calda sul letto matrimoniale, poi strappa i vestiti di lei (aiutata da un'intimidita Sophie) e poi, dando definitivamente di matto, spareranno con i due fucili da caccia del capofamiglia George a tutti. Il finale sarà tragico anche per Jeanne. 



















Tratto da un romanzo di Ruth Rendell già portato sullo schermo nove anni prima, è un thriller spietato e duro. Ancor più duro da digerire perché si svolge nell'assoluta normalità. 
Le due assassine psicotiche fanno tutto così semplice, senza battere ciglio, che si rimane realmente senza parole durante l'agghiacciante finale. 
La regia è ottima, praticamente invisibile, la sceneggiatura è buona e lineare. 
Tutto procede lentamente fino al culmine della pazzia. La tensione è palpabile: si capisce che prima o poi succederà qualcosa. 
Sono d'accordo con chi parla (Morandini tra gli altri) di invidia di classe più che lotta di classe. Infatti alla fine i componenti della famiglia Lelièvre saranno stati sì un po' snob e abituati a dettar legge ma anche molto permissivi e gentili con Sophie. 
Un film sicuramente memorabile ed interessante con due protagoniste assolutamente perfette (la Huppert è sempre fantastica nelle parti della matta della situazione): vincitrici della Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile durante la 52a Mostra del Cinema di Venezia. 
Da vedere. Consigliatissimo. 


Voto: ***1/2











Scena finale clou:










Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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