Mi riferisco a Dark Horse di Todd Solondz. Non è riuscito come altre sue opere (Happiness rimane il suo capolavoro insuperato insieme a Fuga dalla scuola media).
Ecco la recensione:
Dark Horse di Todd Solondz del
2011. Con Jordan Gelber, Selma Blair, Mia Farrow, Christopher Walken,
Zachary Booth, Donna Murphy, Tyler Maynard, Mary Joy, Peter
McRobbie, Justin Bartha, Aasif Mandvi. (90 min. ca.)
Abe (Gelber) è un trentenne
(anzi, quasi quarantenne) eterno bambino collezionista maniaco di
action figures ("Ma non sono nerd" rassicura), che vive
ancora con i suoi (Farrow e Walken), lavora nell'ufficio del padre -
anzi, per meglio dire, fa finta di lavorare e chi l'aiuta è la
segretaria Marie (Murphy) -, viene ripreso continuamente ma crede
che tutti ce l'abbiano con lui senza motivo e gli preferiscano (cosa
vera) il fratello Richard (Bartha), medico rinomato. Ovviamente non
ha una donna, anche se ad una festa di matrimonio conosce Miranda
(Blaire), una persona apatica e stramba che all'inizio sembra evitarlo
il più possibile che successivamente, per solitudine, finisce per accettare le sue
attenzioni. Ma i problemi (per Abe) sono dietro l'angolo.
Todd Solondz come al solito prende stereotipi semplici semplici e consolidati - non soltanto nel cinema occidentale quanto nella società - e li ripropone allo spettatore con toni grotteschi da commedia nera, umorismo, ironia e soprattutto pessimismo. Il personaggio di Abe è un protagonista anomalo che non riuscirà a riscattarsi e che nei suoi sogni - anche ad occhi aperti (che ricordano Gondry e Jonze o comunque altri lavori più o meno contemporanei) - non riesce a vedere altro che la cruda realtà, ossia che è un fallito. Nonostante ciò, orgoglioso e sopraffatto dalla routine non riesce a staccarsi dall'ambito familiare, non riesce a costruirsi un rapporto vero se non con una persona problematica che non lo ama.
Nel finale, tristissimo, c'è forse uno
spiraglio di luce, segno che qualcuno (in questo caso Marie, la
segretaria) gli voleva bene ma che ahimè non può più fare niente.
Anzi, è una persona altrettanto sola. Siamo lontani da Happiness
(ma anche da Fuga dalla scuola media): non c'è
quell'incoscienza nel fare qualcosa fuori dagli schemi ed
estremamente geniale, puro, per niente furbo nonostante i temi
trattati. Qui si sente un po' il voler riproporre il marchio di
fabbrica Solondz senza però avere quella "ingenuità" (se
così si può chiamare) degli autori indipendenti. E i personaggi
hanno forse una caratterizzazione più grossolana.
Però il cinismo,
la cattiveria dei dialoghi e delle situazioni tragicomiche ci sono
sempre (anche se in maniera meno disturbante) e solo per questo
merita una visione.
Consigliato.
Voto: ***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento