Mi riferisco a Beginners di Mike Mills.
Ecco la recensione:
Beginners di Mike Mills. Con Ewan
McGregor, Christopher Plummer, Mélanie Laurent, Goran Visnjic, Mary
Page Keller. (105 min. ca.)
Oliver (McGregor) è un trentottenne, creativo, che sta
ancora superando la perdita del padre Hal (Plummer), deceduto per un
tumore ai polmoni, il quale poco dopo la morte della moglie Georgia
(Keller), gli rivela di essere gay, a settantacinque anni, dopo
quarantaquattro anni di matrimonio. Sarà il momento per mettere
ordine nella sua vita, per capire come fare a mantenere i rapporti e
finalmente a non lasciarsi scappare il vero amore Anna (Laurent),
un'attrice. Lo stesso padre gli sarà di insegnamento (si era trovato
un compagno, Andy, interpretato da Visnjic) e tra l'elaborazione del
lutto e tanta confusione proverà a farcela.
Film che parla di sentimenti veri, della difficoltà delle relazioni e i relativi compromessi in ogni coppia, gay o etero che sia. Ed anche della gioia dell'avere qualcuno accanto che ti accetti così, senza troppe domande, senza porsi nessun limite e imposizione (Hal sa che il suo rapporto per forza di cose non durerà, ma vuole comunque Andy con sè e la cosa è reciproca. Dall'altra parte anche la relazione di Oliver è basata su una certa libertà, dovuta principalmente al lavoro di Anna).
Lo fa con dolcezza, sensibilità e delicatezza, indagando nella psicologia dei personaggi, sulle loro sensazioni, sulle loro
emozioni. Potrebbe all'apparenza, se guardato con superficialità,
sembrare deprimente. Certo, parla di morte, di malattia, di rapporti
che si interrompono ma alla fin fine è una pellicola positiva che
dice di non mollare, neanche quando le cose sembrano frantumarsi
sotto ai nostri occhi.
Ben recitato soprattutto da Ewan McGregor,
davvero molto in parte e perfetto per il ruolo di artista solitario e
timido. Christopher Plummer - che ha vinto anche l'Oscar come
Migliore Attore Non Protagonista, primo Oscar della sua vita - è
un'ottima spalla, credibile, misurato. Carina anche la Laurent. Goran
Visnjic si è appesantito con l'età ma è proprio la sua fisicità
ad essere convincente.
Il regista è bravo, sa quello che vuole (la
storia è semibiografica. Anche suo padre, dopo la morte della madre,
ha fatto coming out a settantacinque anni), mette in piedi un film
sentimentale anomalo, bizzarro, con belle inquadrature, con un
utilizzo interessante del flashback (che funziona come se Oliver
stesse buttando giù le idee per il progetto a cui sta lavorando e al
contempo si stesse liberando da un peso o mettendo in ordine i
ricordi), ben scritto.
Qualche scena un po' melensa e studiata per
far piangere a dirotto lo spettatore ma al contempo funzionale.
Menzione speciale per l'adorabile Arthur, il Jack Russell.
Un film
indipendente passato in sordina (almeno qui da noi. E stato
distribuito direttamente in home video) ma che si lascia guardare con
facilità e fa riflettere, molto.
Da vedere assolutamente.
Consigliato.
Voto: ***
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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