Magari scriverò qualcosa proprio sulle mie gite al Lido, vi aggiornerò sugli attori e registi visti, vi darò qualche scoop. E chissa... se andrò a vedere qualche film...
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Oggi vi voglio invece parlare di un film durissimo, molto molto avanti per i tempi. Una pellicola che non si dimentica e che turba.
Mi riferisco a Non si uccidono così anche i cavalli? di Sydney Pollack.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, SPOILER anche per immagini]:
Non si uccidono così anche i cavalli? (They Shoot Horses, Don't They?)
di Sydney Pollack del 1969. Con Jane Fonda, Michael Sarrazin, Gig
Young, Susannah York, Red Buttons, Bonnie Bedelia, Bruce Dern. (120 min. ca.)
Nel
1930 circa, in California, viene realizzata una maratona di ballo in
cui l'ultima coppia rimasta vincerà un cospicuo premio. A patto che
si continui a stare in piedi per giorni e giorni senza dormire, con
poco da mangiare, allo stremo delle forze (causa di vari
squilibri mentali). Fra i vari concorrenti c'è anche una coppia
formata per caso: Gloria Beatty (Fonda) e il giovane Robert (Sarrazin)
che sembrerà la favorita per la vittoria (hanno anche uno sponsor),
ma all'ultimo secondo le cose finiranno male.
Gioco al massacro
(tratto dal libro di Horace McCoy) e antesignano di tutti gli Hunger
Games a venire o meglio ancora dei reality show (il paragone
non è così azzardato, essendo questa pellicola ambientata nella
Grande Depressione, avendo a che fare con i media, con gli sponsor e
con l'impresario/capo Rocky - Gig Young - che addirittura vuole fare
sposare in diretta sulla pista Gloria e Robert, ma anche per i metodi
utilizzati, le regole ferree che non guardano realmente alla salute
dei concorrenti, seppure venga sempre ribadito il contrario),
rappresentazione di un'America povera e disillusa.
E' un film
disturbante, scioccante (il finale crudissimo e pessimista è
insopportabile), tragico, realmente insostenibile (ai livelli de Cane di paglia di Sam Peckinpah e Il giorno della locusta di
John Schlesinger e di quella serie di pellicole estreme e di
controtendenza post-sessantottini), durissimo, un pugno sullo
stomaco.
Solida la sceneggiatura con dialoghi cinici, asettici, di
una cattiveria disumana.
Originale anche la regia che segue i
partecipanti della maratona e si sofferma sui volti emaciati,
sofferti, sulle occhiaie e il pallore.
Bello il montaggio ellittico
ricco di dissolvenze per sintetizzare la vicenda e intelligente
anticipazione di avvenimenti che dovrebbero avvenire nel finale.
Fantastica come al solito Jane Fonda, in parte Michael Sarrazin con
quel suo sguardo smarrito e innocente, bravissimo anche un inedito e
spietatissimo Gig Young vincitore del Premio Oscar come Miglior
Attore Non Protagonista, in gamba tutti gli altri.
Grande,
grandissima opera di una crudeltà inaudita (si stenta a credere che
sia stata diretta da Sydney Pollack. Non tanto per lui in sè che ha
realizzato sempre cose bellissime tranne poche eccezioni –
soprattutto negli ultimi anni di carriera - come l'inutile remake di Sabrina di Wilder, ma perché è troppo coraggiosa per
essere hollywoodiana. Ma si sa che in quegli anni si osava, si
cercava di provocare e di svegliare il pubblico su questioni sociali)
ma di una lucidità e di una coerenza allucinante.
CULT da vedere
assolutamente anche se non di facile fruizione (e che una volta terminato lascia un senso di straniamento non indifferente). Consigliatissimo.
Voto: ****
Sydney Pollack
Il trailer:
Il film completo in italiano (ma recuperatelo anche in lingua originale):
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