lunedì 30 maggio 2016

Telefoni bianchi di Dino Risi, commedia malinconica e davvero troppo volgare che vorrebbe fare satira senza riuscirci, anzi, forzando le cose. Anche il cast è sprecato

Oggi vi voglio parlare di un film di parecchi anni fa. Un film italiano di un regista molto apprezzato e molto famoso. Purtroppo però è un'opera non riuscita, molto triviale.
Mi riferisco a Telefoni bianchi di Dino Risi.
Ecco la recensione:






Telefoni bianchi di Dino Risi del 1976. Con Agostina Belli, Maurizio Arena, William Berger, Lino Toffolo, Cochi Ponzoni, Renato Pozzetto, Vittorio Gassman, Alvaro Vitali, Ugo Tognazzi, Paolo Baroni, Eleonora Morana, Dino Baldazzi, Nora Orlandi, Franca Stoppi, Laura Trotter, Marcello Tusco. (120 min. ca.)
Anni '40. Marcella Valmarin (Belli) è una cameriera dell'Hotel Excelsior al Lido di Venezia e fidanzata con Roberto Trevisan (Ponzoni), un umile scaricatore con il quale non ha consumato il rapporto. Ma solo con lui. Infatti Marcella, innamorata del cinema e in particolare dell'attore Franco D'Enza (Gassman), è una ragazza piuttosto facile che per la fama - o solo quando le va -, finisce per andare a letto con il primo che capita. Si trasferisce a Roma insieme a Roberto con la scusa di sposarsi e tentare di fare carriera, ma lì conosce Bruno (Pozzetto), un ufficiale delle camicie nere che prima diventa il suo amante, poi la avvia al mestiere della prostituzione in una casa chiusa. La ragazza arriverà perfino a Benito Mussolini e riuscirà a far carriera. Anche se vivrà sempre di alti e bassi. Pensando comunque a Roberto, il suo amore perduto (che continua a ritrovare ti tanto in tanto). 














Commedia che vorrebbe essere una critica sulla smania di successo a tutti i costi e che cerca di raccontare l'esistenza di questi poveri derelitti (tutta gente piccola piccola, quale Adelmo - Tognazzi -, un disgraziato che denuncia e porta gli ebrei direttamente ai tedeschi) che vivono nell'illusione durante la guerra. 
Purtroppo le belle intenzioni si perdono nella volgarità, nel linguaggio troppo colorito, in continue provocazioni sessuali (tutti sembrano pensare solo ad una cosa), rendendo il clima perfino imbarazzante. 
Era il periodo della commedia sexy all'italiana (la protagonista Belli era "specializzata" in questi ruoli) e Risi si è adeguato, cercando però di portare il suo stile, la sua poetica più seria. 
Tuttavia la satira si perde. 
Un vero peccato perché a parte Agostina Belli ed altri caratteristi realmente incapaci, ci sono Vittorio Gassman (che aveva già lavorato con la Belli e Risi due anni prima in Profumo di donna), Ugo Tognazzi, Cochi Ponzoni e Lino Toffolo (divertente il suo personaggio, un direttore d'orchestra che va nel bordello, si veste da bebè e si fa dare il biberon di latte e cantare la ninna nanna). Ma anche loro sono sfruttati male. Franco D'Enza, il personaggio interpretato da Gassman è autoironico, eppure sopra le righe, ripetitivo, anch'egli volgarissimo. 
Troppe cadute di stile, cattivo gusto, per un film malinconico che non sa che strada prendere (nonostante la storia sia gestita più o meno con lucidità), mancando di leggerezza e di quell'ingenuità che aveva fatto un Polvere di stelle* del pur discontinuo, come regista, Alberto Sordi, una commedia sì qua e là grossolana, ma con degli spiragli di poesia. Musiche di Armando Trovajoli. 
Da vedere solo per curiosità. Consigliato a metà.

*Mia recensione 
Voto: **








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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