Mi riferisco a Telefoni bianchi di Dino Risi.
Ecco la recensione:
Telefoni bianchi di Dino Risi del
1976. Con Agostina Belli, Maurizio Arena, William Berger, Lino
Toffolo, Cochi Ponzoni, Renato Pozzetto, Vittorio Gassman, Alvaro
Vitali, Ugo Tognazzi, Paolo Baroni, Eleonora Morana, Dino Baldazzi,
Nora Orlandi, Franca Stoppi, Laura Trotter, Marcello Tusco. (120 min. ca.)
Anni '40.
Marcella Valmarin (Belli) è una cameriera dell'Hotel Excelsior al
Lido di Venezia e fidanzata con Roberto Trevisan (Ponzoni), un umile
scaricatore con il quale non ha consumato il rapporto. Ma solo con
lui. Infatti Marcella, innamorata del cinema e in particolare
dell'attore Franco D'Enza (Gassman), è una ragazza piuttosto facile
che per la fama - o solo quando le va -, finisce per andare a letto
con il primo che capita. Si trasferisce a Roma insieme a Roberto con
la scusa di sposarsi e tentare di fare carriera, ma lì conosce Bruno
(Pozzetto), un ufficiale delle camicie nere che prima diventa il suo
amante, poi la avvia al mestiere della prostituzione in una casa
chiusa. La ragazza arriverà perfino a Benito Mussolini e riuscirà a
far carriera. Anche se vivrà sempre di alti e bassi. Pensando
comunque a Roberto, il suo amore perduto (che continua a ritrovare ti
tanto in tanto).
Commedia che vorrebbe essere una critica sulla
smania di successo a tutti i costi e che cerca di raccontare
l'esistenza di questi poveri derelitti (tutta gente piccola piccola,
quale Adelmo - Tognazzi -, un disgraziato che denuncia e porta gli
ebrei direttamente ai tedeschi) che vivono nell'illusione durante la
guerra.
Purtroppo le belle intenzioni si perdono nella volgarità,
nel linguaggio troppo colorito, in continue provocazioni sessuali
(tutti sembrano pensare solo ad una cosa), rendendo il clima perfino
imbarazzante.
Era il periodo della commedia sexy all'italiana (la
protagonista Belli era "specializzata" in questi ruoli) e
Risi si è adeguato, cercando però di portare il suo stile, la sua
poetica più seria.
Tuttavia la satira si perde.
Un vero peccato
perché a parte Agostina Belli ed altri caratteristi realmente
incapaci, ci sono Vittorio Gassman (che aveva già lavorato con la
Belli e Risi due anni prima in Profumo di donna), Ugo
Tognazzi, Cochi Ponzoni e Lino Toffolo (divertente il suo
personaggio, un direttore d'orchestra che va nel bordello, si veste
da bebè e si fa dare il biberon di latte e cantare la ninna nanna).
Ma anche loro sono sfruttati male. Franco D'Enza, il personaggio
interpretato da Gassman è autoironico, eppure sopra le righe,
ripetitivo, anch'egli volgarissimo.
Troppe cadute di stile, cattivo
gusto, per un film malinconico che non sa che strada prendere
(nonostante la storia sia gestita più o meno con lucidità),
mancando di leggerezza e di quell'ingenuità che aveva fatto un Polvere di stelle* del pur discontinuo, come regista,
Alberto Sordi, una commedia sì qua e là grossolana, ma con degli
spiragli di poesia. Musiche di Armando Trovajoli.
Da vedere solo per
curiosità. Consigliato a metà.
*Mia recensione
Voto: **
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento