giovedì 23 luglio 2015

La famiglia Bélier di Éric Lartigau, commedia sulla diversità, sulla crescita e il distacco dal nido familiare. Ben interpretata, pecca di buonismo e sembra scritta appositamente per creare una serie di emozioni

Oggi vi voglio parlare di un film francese recente. Una commedia che ha avuto molto successo nelle sale (seppure siano state distribuite poche copie) ma che ha parecchi difetti.
Mi riferisco a La famiglia Bélier di Éric Lartigau.
Ecco la recensione:





La famiglia Bélier (La Famille Bélier) di Éric Lartigau del 2014. Con Karin Viard, François Damiens, Eric Elmosnino, Louane Emera, Roxane Duran, Ilian Bergala, Luca Gelberg. (105 min. ca.)
Bretagna. Paula (Emera), sedicenne, è l'unica normo-udente della famiglia Bélier: la madre Gigi (Viard), il padre Rodolphe (Damiens) e il fratello Quentin sono tutti sordomuti. Frequentando il liceo, grazie all'insegnante del corso di canto Fabien Thomasson (Elmosnino), per ironia della sorte, scopre di avere un dono. Perciò sarà combattuta se partecipare al concorso indetto da Radio France con la possibilità di trasferirsi a Parigi per studiare seriamente o rimanere in campagna con i suoi e continuare ad aiutarli per la produzione di formaggi e nell'allevamento delle mucche. In effetti i genitori non sono contenti che lei voglia andarsene, si sentono traditi... 



















Commedia (musicale?) che racconta una storia particolare e affronta i temi della diversità, del distacco dalla famiglia e dell'entrata nel mondo degli adulti con ironia e leggerezza. 
Ben scritta e ben interpretata (i tre protagonisti non sono veramente sordi: hanno dovuto studiare la lingua dei segni per sei mesi prima delle riprese. L'unico ad esserlo è Luca Gelberg, il ragazzino, per altro molto bravo). 
La cura nei particolari, la capacità di descrivere qualcosa che per la maggiorparte degli spettatori è estraneo sono encomiabili. 
Nella prima parte si ridacchia parecchio, c'è molto brio. 
Purtroppo però quando i buoni sentimenti prendono il sopravvento risultando forzati e la prevedibilità fa capolino, ecco che il tutto diventa stucchevole e va a rovinare quello che di buono era stato realizzato. 
Il finale che tanto fa commuovere, è altrettanto finto e strappalacrime, nonostante le nobili intenzioni del regista (che ha una cugina sordomuta). 
È un film creato a tavolino per far simpatia e ha qualche scena effettivamente riuscita e irriverente ma alcune "americanate" come l'amore tra Paula e Gabriel (Bergala) o il finale risolutivo con cantatina (giustamente) non convincono appieno, anche se le tematiche sono forti, toccanti e facciano anche riflettere. 
Comunque da vedere per curiosità (in lingua originale, mi raccomando). Consigliato.


Voto: **1/2







Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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