Mi riferisco a Il mistero Von Bulow di Barbet Schroeder.
Ecco la recensione:
Il mistero Von Bulow (Reversal of Fortune) di Barbet
Schroeder del 1990. Con Jeremy Irons, Glenn Close, Ron Silver,
Annabella Sciorra, Uta Hagen, Christine Baranski, Lisa Gay Hamilton,
Felicity Huffman, Julie Hagerty. (112 min. ca.)
Nel 1980 Claus Von Bulow (Irons)
viene accusato di aver causato il coma irreversibile - mediante
iniezione di insulina - della moglie Sunny (Close), riccona
aristocratica. Già l'anno precedente Sunny era entrata in coma, ma
grazie al tempestivo ricovero in ospedale ne era uscita. Ora Von
Bulow è condannato a trent'anni di carcere, perciò si affiderà a
Alan Dershowitz (Silver), un professore di Legge ad Harvard, il quale
costituirà un team affiatato (che comprende anche i suoi migliori
studenti) con suddivisione dei compiti e indagini. Riuscirà a
venirne a capo e a difendere l'uomo che tutti ritengono colpevole.
Tratto dall'autobiografia del vero Alan Dershowitz è un legal drama
interessante per la struttura, per come vengono introdotti i
personaggi: la voce narrante è della signora Von Bulow stessa, che
parla dal suo letto d'ospedale e mette al corrente dei fatti già
compiuti. Poi, man mano che il rapporto tra l'avvocato e il cliente
si fa più stretto e vanno avanti le ricerche di prove di innocenza,
i flashback portano alla luce la verità. Questo è il punto forte.
Il resto è piuttosto di maniera, il solito prodotto hollywoodiano
tipicamente primi anni '90 (con scie anni '80) studiato a tavolino,
palesemente telefonato. Anche le interpretazioni - fatta eccezione
per i personaggi semplici, normali, come il professore (Ron Silver è
davvero credibile, impeccabile nel ruolo) e i suoi collaboratori -
sono caricate, sopra le righe, artefatte.
Sicuramente è una cosa
voluta, ma stride troppo con la vicenda in sé. Jeremy Irons sembra
una macchietta con quell'accento snob del New England e quei dentoni
finti. Il suo è l'unico Oscar della pellicola ma sicuramente gli è
stato conferito come contentino, quando se lo sarebbe meritato nel
1988 per Inseparabili di Cronenberg (forse rimane la sua
migliore interpretazione in assoluto). Glenn Close nella parte della
donna depressa, dipendente da farmaci, dolci e alcol è un po'
ridicola. C'è anche Christine Baranski: interpreta la nuova donna
(sempre nobile ma più vitale, mi si passi il termine) di Von Bulow.
La vicenda invece è raccontata bene da una regia - come accennato
sopra - senza troppi guizzi, se non nell'intelligente sviluppo della
trama e per il ritmo sempre costante.
Un film commerciale (che a dir
la verità non ha avuto così successo al botteghino) dignitoso che
intrattiene senza difficoltà e coinvolge.
Da vedere. Consigliato.
Voto: ***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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