Mi riferisco a Wild di Jean-Marc Vallée.
Ecco la recensione:
Wild (Wild) di Jean-Marc Vallée del
2014. Con Reese Witherspoon, Laura Dern, Gaby Hoffmann, Michiel
Huisman, Charles Baker, Keene McRae, Kevin Rankin, Thomas Sadoski, W.
Earl Brown, Brian Van Holt, Nick Eversman. (115 min. ca.)
Cheryl Strayed
(Witherspoon) è una giovane donna che dopo aver divorziato da Paul
(Sadoski) e aver perso l'adorata madre Bobbi (Dern) per una
fulminante malattia, va a finire su una cattiva strada fatta di droga
e sesso occasionale. Arrivata al culmine, decide di prendere uno
zaino e partire da sola e percorrere il Pacific Crest Trail (dalla
California all'Oregon). Lì tra natura selvaggia, luoghi
incontaminati e la vera bellezza, riuscirà a ritrovare se stessa, a
capire il senso della vita e gli insegnamenti della madre che un
tempo credeva banali.
Tratto dalle memorie della stessa Cheryl
Strayed e sceneggiato egregiamente da Nick Hornby, è un film drammatico/d'avventura molto
riflessivo, che si concentra in parti uguali sulla vita della
protagonista (con abbondanza di flashback - Cheryl bambina è
interpretata dalla vera figlia della Strayed - che a volte risultano
pesanti ma che ben descrivono le sensazioni della protagonista che
nel viaggio di ben tre mesi ha modo di ripensare, ripescare i ricordi
importanti per rielaborarli) e sui posti incantevoli da lei percorsi.
Jean-Marc Vallée (regista del pluripremiato Dallas Buyers Club*) è sempre molto bravo a ricreare un senso di realtà fondendolo
con la finzione.
Se la storia è stata ovviamente romanzata, se ci
sono scene strappalacrime (il bambino che nel bosco canta a Cheryl
una canzone insegnatale dalla madre), i paesaggi vengono mostrati
così come sono, senza filtri, senza uso di illuminazione
artificiale, senza ritocchi al computer.
Reese Witherspoon (che è
anche una dei produttori) offre l'interpretazione più bella della
sua carriera, priva di glamour, finzione, trucco (l'unica parte del
corpo non sua sono i piedi malconci, di una controfigura): dimessa,
spontanea, davvero naturale, è riuscita ad immedesimarsi nella
protagonista non solo emotivamente ma anche fisicamente (ha portato -
per brevi tratti e sempre sotto controllo, come è ovvio - lo zaino
da trentacinque chili sulle spalle). È completamente diversa da come
la si è sempre vista. Ottimo lavoro (la nomination all'Oscar è
meritata, almeno per l'impegno). Ottima come sempre Laura Dern, che
rappresenta il ricordo evanescente della madre di Cheryl: sensibile, precisa e convincente. Gli altri fanno la loro.
Meno annacquato rispetto a Tracks* di John Curran con Mia
Wasikowska, qui i luoghi sono funzionali, raccontano e non sono
soltanto da National Geographic.
Piacevole e coinvolgente, con una
colonna colonna sonora perfetta (basti pensare che il tema portante è El Condor Pasa (If I Could) di Simon & Garfunkel). Da
vedere. Consigliato.
Voto: ***/***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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