Mi riferisco a Saturno contro di Ferzan Özpetek.
Ecco la recensione:
Saturno contro di Ferzan Özpetek
del 2006. Con, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Margherita Buy,
Serra Yılmaz, Ennio Fantastichini, Ambra Angiolini, Luca Argentero,
Filippo Timi, Michelangelo Tommaso, Luigi Diberti, Lunetta Savino,
Milena Vukotic, Isabella Ferrari, Benedetta Gargari, Gabriele
Paolino. (110 min. ca.)
Davide (Favino), scrittore, vive con trasporto la sua
relazione seria con Lorenzo (Argentero), giovane appaltatore e viene
sostenuto da un bel gruppo di amici. Durante una cena Lorenzo ha un
malore ed entra in coma. Questi amici staranno ancora più vicini a
Davide. Ma anche loro hanno dei problemi. Ad esempio Antonio
(Accorsi) tradisce la moglie Angelica (Buy), psicologa, con una
fiorista, Laura (Ferrari). Si intrometterà, per cercare di risolvere
la situazione Neval (Yilmaz).
Film corale che parla del lutto e la
forza degli affetti.
Lezioso, di maniera, si parla più volte
addosso. Difetti questi che, nonostante alcuni momenti riusciti,
altri toccanti e suggestivi, pesano sulla resa finale.
È ben girato,
ben sceneggiato, ma sembra tutto fine a se stesso. Anche le
provocazioni.
Qualcosa di buono c'è: la direzione di alcuni attori.
Pierfrancesco Favino riesce ad essere credibile, delicato e non
stucchevole, Ambra Angiolini riesce a recitare in modo naturale, con
semplicità (in effetti i riconoscimenti avuti, seppur forse troppi
per le poche scene che ha, sono meritati), Luca Argentero si riconferma un attore
sensibile, Ennio Fantastichini ha un ruolo diverso dal solito e lo
porta in scena degnamente, Lunetta Savino è sempre molto simpatica
(qui con un inconsueto accento veneto (?)), Isabella Ferrari offre
una piccola performance asciutta ma convincente. Bello poi ritrovare
Milena Vukotic, nel ruolo dell'infermiera severa. (Sì, tutti
provenienti dalle fiction Mediaset e Rai). Male invece Serra Yılmaz
che sembra dire le battute meccanicamente, Margherita Buy che ha
perennemente quell'espressione da cane bastonato, Stefano Accorsi
sempre sopra le righe (Muccino insegna) e monoespressivo, Filippo
Timi è inascoltabile e antipatico.
La storia non sarebbe
pessima (ma davvero deprimente) e ci sono parecchi spunti trattati
con garbo e stile ed altri superficialmente. L'epilogo banale (e
circolare) lascia un po' interdetti.
Carina la canzone portante Passione di Neffa.
Un film non del tutto riuscito,
un peccato.
Da vedere per curiosità (quando si è in vena).
Consigliato.
Voto: **1/2
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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