Mi riferisco a Il Grande Caldo di Fritz Lang.
Ecco la recensione:
Il Grande Caldo (The Big Heat) di Fritz Lang del
1953. Con Glenn Ford, Gloria Grahame, Alexander Scourby, Lee Marvin,
Jocelyn Brando, Peter Whitney, Jeanette Nolan, Carolyn Jones. (90 min. ca.)
Dave
Bannion (Ford), un sergente di polizia, indaga sul presunto suicidio
di un suo collega ma scopre un intrigo mafioso con a capo Mike Lagana
(Scourby), nel quale è coinvolta anche la polizia stessa. Portando
queste scomode verità metterà in pericolo anche la sua famiglia.
Considerato a ragione uno dei migliori noir della storia del cinema,
è in verità un giallo/poliziesco, un noir moderno del dopoguerra che mette in
luce la criminalità metropolitana.
Qui il protagonista non è un
Marlowe sciupafemmine, è un gentiluomo sposato, innamoratissimo
della moglie e con prole, ma sempre un uomo tutto d'un pezzo, con una
forte integrità morale. Una persona che ogni tanto commette qualche
errore e ha delle debolezze, ma soltanto per proteggere chi tiene e
per amor di verità.
Una novità è anche il personaggio della pupa a
cui Bannion si affeziona ma che non vuole portare via al boss di
turno.
La trama poi pur essendo complessa non è contorta o
incomprensibile e fine a se stessa come spesso accadeva in questo genere cinematografico
(Il mistero del falco di John Huston o Il grande sonno di Howard Hawks su
tutti. Capolavori anche questi, intendiamoci) ma ben raccontata, con un filo logico e causa-effetto ben
precisi. Tutto merito sia del soggetto di William Mc Givern (dal
romanzo omonimo) che di una regia di polso, solidissima, che mette in
scena con lucidità e senza indugi anche momenti drammatici e di
violenza improvvisa (soprattutto nei confronti delle donne, vere vittime della vicenda).
Probabilmente una delle migliori pellicole del regista
austriaco, che è riuscito a mettere insieme la "scuola"
tedesca a quella americana, realizzando un film sia d'autore che di
puro intrattenimento.
Il ritmo è sempre teso, non c'è nessun intoppo e, come se
non bastasse, è ricco di scene emotivamente forti, belle atmosfere e un'ottima fotografia in B/N.
Glenn Ford si conferma un attore eccezionale, credibile nel ruolo di
un uomo qualsiasi che vuole giustizia. Sempre carismatico Lee Marvin
nel ruolo del cattivo. Bravissima Gloria Grahame, ossia Debbie Marsh,
la pupa dalla parlantina e dal grande coraggio, "sfregiata"
dal suo amante (proprio Marvin).
Cult da vedere assolutamente (o da rivedere).
Consigliatissimo.
(Una piccola curiosità: quando Bannion va nel
locale e fa amicizia con Debbie, sentiamo suonare Put The Blame
On Mame, omaggio a Gilda di Charles Vidor, uno dei
film più famosi interpretati da Ford, con Rita Hayworth).
Voto: ****
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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