Mi riferisco a Due giorni, una notte di Jean-Pierre e Luc Dardenne.
Ecco la recensione:
Due giorni, una notte (Deux jours, une nuit) di
Jean-Pierre e Luc Dardenne del 2014. Marion Cotillard, Fabrizio
Rongione, Pili Groyne, Simon Caudry, Catherine Salée, Olivier
Gourmet, Baptiste Sornin, Christelle Cornil, Laurent Caron. (95 min. ca.)
Sandra
(Cotillard) è una giovane donna sposata con Manu (Rongione) e madre
di due bambini. Non è ancora uscita del tutto dalla depressione che
l'ha fatta rimanere a casa per un bel po'. Ora vorrebbe ritornare
nella piccola azienda di pannelli solari ma il proprietario ha deciso
di dare un bonus di 1000 euro ai dipendenti in cambio del suo
licenziamento. A questo punto Sandra decide di andare di casa in casa
dei suoi colleghi oppure contattarli al telefono per far cambiare
loro idea (quasi tutti, giustamente, hanno scelto il bonus) e alla
prossima votazione tre giorni dopo, farsi promettere - per l'appunto - il voto che le
permetterebbe di rimanere. Ne bastano nove voti su sedici. Perderà
la fiducia, si affliggerà, si umilierà, ma scoprirà anche tanta
solidarietà che la porteranno a cambiare il modo di vedere le cose.
Piccolo grande film che racconta una storia plausibile, con un
realismo e una naturalezza disarmanti. Il dramma di Sandra (il suo
male di vivere, la possibile disoccupazione) non poteva essere
narrato e mostrato meglio con delicatezza e lucidità.
Grazie ai
piani sequenza lo spettatore segue ed è coinvolto totalmente in una
storia ripetitiva. Ma se tutto sembra così spontaneo, invece ogni
cosa è stata provata e riprovata sul posto mille volte. La stessa
Cotillard era rimasta sorpresa da quanta minuzia e attenzione ai
particolari i fratelli Dardenne hanno dato peso. Per loro ammissione
hanno voluto che l'attrice francese si liberasse da una certa
frivolezza e piedistalli dovuti alla popolarità e al suo tipo di
percorso per poter studiare insieme un modo per caratterizzare un
personaggio così semplice e dimesso ma così sfaccettato.
Il
movimento delle mani, le cadute, gli svenimenti, l'espressione
sofferente, il sorriso malinconico. Niente è stato lasciato al caso. Ed in effetti la sua
performance è impeccabile, magistrale, toccante (meritatissima la
nomination all'Oscar come Miglior Attrice).
Sceneggiatura altrettanto
semplice ma efficace, senza sbavature. L'ambientazione è perfetta,
popolare (periferia belga). Interessante l'uso esclusivamente di musica interna e non
di una vera e propria colonna sonora (sempre per quell'idea di
verismo).
Un film che potrebbe sembrare freddo e distaccato ma che
riesce ad emozionare senza mai cadere nel patetico e nel
ricattatorio. Garbo, misura, intelligenza. E un finale che spiazza un
po'.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.
Voto: ***1/2/****
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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