Mi riferisco a The Imitation Game di Morten Tyldum.
Ecco la recensione:
The Imitation Game di Morten
Tyldum del 2014. Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew
Goode, Charles Dance, Mark Strong, Rory Kinnear, Allen Leech, Matthew
Beard. (113 min. ca.)
La vita di Alan Turing (Cumberbatch), matematico e
crittoanalista inglese che agli inizi della Seconda Guerra Mondiale
collaborò per decriptare i codici militari tedeschi creati mediante
la macchina Enigma. Per riuscirci costruì una macchina (macchina di
Turing per l'appunto) che si basava su algoritmi e calcoli. Il suo
aiuto non fu soltanto determinante per la fine della guerra con la
vittoria dell'Inghilterra, ma gettò le basi per la creazione del
moderno computer. Ma i riconoscimenti più importanti sono postumi.
Fu infatti accusato di atti osceni per essersi intrattenuto con
uomini (era omosessuale. Anche se lo nascose fidanzandosi con la
"collega" nell'operazione contro i tedeschi Joan Clarke -
Knightley - ma ad un certo punto dovette addirittura iniziare una
terapia dolorosa e deleteria per il fisico per la castrazione chimica
onde evitare il carcere). Si suicidò nel 1954, a quarantun'anni.
La storia è interessante e viene narrata
chiaramente, ponendo anche alcune questioni morali sul come
utilizzare i codici e decidere della vita di persone (civili e non).
In quei momenti il tutto prende una piega da film di spionaggio, con
ritmo teso e serrato.
La relazione sentimentale doveva essere raccontata per
forza ed in effetti non disturba, non è troppo melensa. Benedict
Cumberbatch è perfetto nel dar vita ad un personaggio complesso
senza cadere nella facile macchietta (anche se ci viene presentato
con il solito genio con l'Asperger. Ma non è confermato che ne fosse
affetto), Keira Knightley limita le sue espressioni facciali e offre
una prova quantomeno dignitosa. Matthew Goode e Allen Leech (noti
soprattutto per aver partecipato a serie tv quali The Good Wife e Downton Abbey) non sfigurano. In parte anche
Charles Dance e Mark Strong. Sceneggiatura piuttosto solida
(vincitrice anche dell'Oscar come Miglior Sceneggiatura Non
Originale) – i dialoghi invece sono un po' banali, stucchevoli soprattutto negli inutili flashback- e
una regia anonima che non osa per un film affascinante - senza
eccessi di sentimentalismo - ma scolastico.
Comunque da vedere.
Consigliato.
Voto: ***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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