Mi riferisco a Mai così vicini di Rob Reiner.
Ecco la recensione:
Mai così vicini (And So It Goes) di Rob Reiner
del 2014. Con Michael Douglas, Diane Keaton, Yaya Alafia, Sterling
Jerins, Rob Reiner, Frances Sternhagen, Andy Karl, Paloma Guzmán, David Aaron
Baker, Scott Shepherd, Frankie Valli. (94 min. ca.)
Oren Little (Douglas) è un
burbero e maleducato agente immobiliare di mezza età rimasto vedovo
da parecchi anni e vicino di casa di Leah (Keaton), una donna che sta
cercando di reinventarsi come cantante in piccoli locali e anche lei
vedova. La sua vita verrà sconvolta dalla notizia che suo figlio
Luke (Shepherd), ex tossicodipendente, gli deve lasciare per nove
mesi la nipote di dieci anni, Sarah (Jerins) - che non ha mai
conosciuto - per andare in galera (accusato di un reato mai commesso,
tra l'altro). Verrà aiutato dalla stessa Leah, con la quale inizierà
un rapporto dapprima di sola complicità che mano a mano diventerà
vero proprio amore. Inoltre riuscirà anche a conquistare con poco
Sarah e il figlio.
Commedia sentimentale "senile" e
affettuosa diretta però da un Rob Reiner stanco e da due attori
davvero poco convinti e convincenti. Che fine ha fatto il Michael
Douglas che ha interpretato così mgnificamente Liberace e con molta
ironia Dietro i candelabri* di Steven Soderbergh soltanto
un anno prima circa? Qui sembra impacciato (il suo personaggio lo è,
è vero, ma in questo caso sembra fuori parte). La Keaton,
solitamente sempre magnifica, qui sfodera una serie di mossette e gestualità perfino irritanti. Probabilmente lei sarà così
nella vita vera (e ha anche mantenuto il suo stile nell'abbigliamento
adoperato, come ha fatto anche in passato) ma il risultato è una
goffa imitazione di se stessa.
Sicuramente la colpa non ricade soltanto su di loro: il copione è banale - una storia trita e ritrita, prevedibile dai primi minuti, con cliché -, i dialoghi sgonfi che vorrebbero essere simpatici ma
risultano tristi (nel 2014 c'è ancora chi ride con la parola
"pisello"? E lo sfoderare il gergo delle nuove generazioni
- tralasciando l'adattamento in italiano - fa ridere per un secondo,
poi risulta stucchevole). Stucchevole è proprio tutto l'insieme, il
voler realizzare una commedia romantica della terza età pur con
piglio giovanile. Un gran buco nell'acqua.
Poi il voler mettere le
scene patetiche e forzatamente melense (che però non emozionano,
anzi, appaiono per quello che sono: telefonate) è un errore che non
ti aspetti da un Rob Reiner.
Certo, non ci sono volgarità
incredibili, il tutto è molto misurato ma anche molto piatto.
Un
prodottino che sa di già visto (ma la Keaton era stata molto più
divertente nel simile Tutto può succedere di Nancy
Meyers, rendiamoci conto).
Si salvano due o tre canzoni della colonna
sonora (Ramblin' Man degli Allman Brothers Band e Both Sides Now interpretata da Judy Collins, ad esempio) e si salva la Keaton quando canta - con "stecca"
inclusa (ma ritorniamo al discorso di cui sopra sul rifare se
stessa) - ma come commedia sofisticata degli equivoci o della
battaglia dei sessi neanche l'ombra.
Un film ingenuotto e
inconsistente. Anche la bambina è anonima. Cameo dello stesso Reiner nel ruolo di Artie, pianista personale di Leah, amico e suo "manager" e di Frankie Valli in quello di un proprietario di un locale.
Da vedere soltanto per
curiosità (tanto ha una breve durata).
*Mia recensione
Voto: ** (Ed è già troppo)
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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