Mi riferisco ad Alabama Monroe di Felix Van Groeningen.
Ecco la recensione:
Alabama Monroe - Una storia d'amore (The Broken Circle Breakdown) di Felix Van
Groeningen del 2012. Con Johan Heldenbergh, Veerle Baetens, Nell
Cattrysse. Didier Bontnick (Heldenbergh) è un cantante e musicista bluegrass che ha l'America come mito, Elise Vandevelde (Baetens) è
una tatuatrice. Si incontrano e si piacciono subito. C'è chimica,
c'è sintonia ed Elise entra addirittura a far parte del gruppo di
Didier. Dopo poco tempo - vivono già insieme - Elise annuncia di
aspetare un bambino. Dopo un primo momento di smarrimento Didier
sembra contento. Anzi, la piccola Maybelle (Cattrysse) porta allegria
e avvicina ancora di più i due. Purtroppo la piccola si ammalerà di
tumore all'età di sei anni e dopo aver tentanto tutto il possibile
morirà. Da quel momento Didier ed Elise non saranno più gli stessi
e tutta la buona volontà per ricostruire una parvenza di famiglia
andrà a pezzi. In particolare, il dolore di Elise sarà fortissimo e irreparabile.
Film tratto dall'opera teatrale dello stesso
Heldenbergh e sceneggiato dal regista, è un film drammatico scandito
dalle struggenti canzoni country (le parole infatti sono parti
integranti della storia).
La messa in scena è perfetta. Le riprese e
gli ambienti sono ottimi. Gli attori realmente in parte (anche la
bambina. Incredibilmente brava a fare la malata) carismatici (lui ha
un che di Kris Kristofferson) ed espressivi.
La colonna sonora è,
come già detto, non solo pilastro portante ma anche oggettivamente
meravigliosa, trascinante ed emozionante.
La scelta dei flashback e
della narrazione come fossero pensieri sparsi di Elise è intrigante e ben
realizzata (il risultato poteva essere confuso invece qui la
decostruzione è intelligente), ma alcune cose sono discutibili e
sanno di già visto e piazzate lì appositamente per sconvolgere. E
non si parla solamente di questo caso, quanto di quasi tutte le
scelte drammatiche: dall'uccellino che si schianta sul vetro al
monologo/sfogo di Didier in teatro (ma la lista è lunghissima), alla scena della spiegazione sulle stelle.
Tutto realizzato per prendere allo stomaco dello spettatore, per
farlo commuovere e arrabbiare. E ci riesce.
Per questo, per quanto
sia un film piuttosto verosimile dei rapporti di coppia,
dell'elaborazione del lutto, perfino una critica verso l'America
tanto amata - prima - dal protagonista e una riflessione sull'etica
della religione, ogni cosa pare costruito a tavolino e appare poco
sincero.
Qualche guizzo di regia c'è però (stile europeo misto a cultura americana) e Van Groeningen sa come
dirigere il cast, è pignolo con certi particolari, usando bene anche
i primi piani e dando importanza, come a teatro - e vista la
provenienza dell'opera non è casuale - ai gesti.
Il resto però è
una vicenda gonfiata, estremizzata. Forse banale no, ma troppo
caricata.
Nonostante ciò colpisce, è duro, davvero sconvolgente. Ma non
basta. Troppi i ricatti emotivi. Comunque è da vedere. Consigliato
(quando si è dell'umore giusto).
Voto: ***
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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