sabato 26 marzo 2016

Il Gladiatore di Ridley Scott, film epico/storico di enorme impatto. Scene quasi completamente ricostruite in CGI e due protagonisti in parte: Russell Crowe e Joaquin Phoenix (anche se il secondo supera di gran lunga il primo). Vincitore di cinque Oscar

Oggi vi voglio parlare di un film di un po' di anni fa. Un film di un regista in gamba ma spesso discontinuo. Un film considerato subito un cult, che guardato oggi forse non ha più lo stesso fascino.
Mi riferisco a Il Gladiatore di Ridley Scott.
Ecco la recensione:






Il Gladiatore (Gladiator) di Ridley Scott del 2000. Con Russell Crowe, Joaquin Phoenix, Connie Nielsen, Oliver Reed, Richard Harris, Derek Jacobi, Djimon Hounsou, David Schofield, John Shrapnel, Tomas Arana, Ralf Möller, Spencer Treat Clark, David Hemmings, Tommy Flanagan, Giannina Facio, Giorgio Cantarini. (149 min. ca.)
180 d.C. Marco Aurelio (Harris), quasi in punto di morte, decide di nominare suo successore non suo figlio Commodo (Phoenix), bensì Massimo Decimo Meridio (Crowe), un valoroso generale che ha fatto vincere la guerra contro i Marcomanni in Germania. Ma Commodo, per l'appunto, non ci sta: uccide il padre e ordina di ammazzare Massimo e famiglia. Il generale riesce a salvarsi, seppur ferito, e finisce nelle mani di Proximo (Reed), schiavista che obbliga i suoi prigionieri a combattere. Massimo Decimo Meridio diventa così un gladiatore e, ritornato a Roma, guadagna la stima del popolo che lo acclama. Ma si scontrerà di nuovo con Commodo in un ultimo faccia a faccia. 

























Film epico/storico, con tanta azione, violenza ed effetti speciali. Pieno di falsi storici e licenze creative, è un film di enorme impatto. Sia visivo che per la trama. 
Bellissime scenografie, quasi tutte costruite tramite computer (un uso così massiccio della CGI allora era sbalorditivo. Adesso si notano i limiti, alcuni errori o elementi che balzano all'occhio perché palesemente finti), fotografia che vira su certi colori per dare forza e una poetica al racconto, colonna sonora altrettanto epica e avvolgente di Hans Zimmer (Il tema portante, famosissimo, è cantato magnificamente da Lisa Gerrard) costumi. E un cast ricchissimo. 
Russell Crowe per questo ruolo ha avuto la consacrazione (vincendo anche l'Oscar), ha la fisicità giusta, la faccia giusta, ma a dir la verità Joaquin Phoenix lo supera di gran lunga, dando vita ad un Commodo ambiguo, subdolo, piagnucolone, detestabile e affascinante al contempo. Una prova davvero convincente. Bello ritrovare Oliver Reed (che morti prima della fine delle riprese), Richard Harris e Derek Jacobi: alzano sicuramente la qualità di un'opera quasi interamente concentrata sul lato tecnico per stupire e intrattenere. C'è anche il piccolo Giorgio Cantarini, il Giosuè figlio di Benigni ne La vita è bella, nella brevissima apparizione del figlio del protagonista. 
Un film diventato subito cult, entrato a piè pari nella storia del cinema, indubbiamente affascinante, che coinvolge, appassiona tramite immagini sanguinolente, crudissime (pur tuttavia innocue), ma che negli anni ha perso quello smalto che aveva quando era uscito. 
Sembra - come accennato - invecchiato male e rivisto oggi, anche piuttosto inconsistente. 
I cinque Oscar, in quel momento, probabilmente furono tutto sommato meritati. 
Non il miglior Scott. 
Comunque da vedere per curiosità (meglio in lingua originale). Consigliato.


Voto: ***






 Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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