giovedì 3 marzo 2016

IN SALA - Suffragette di Sarah Gavron, film drammatico dalla suggestiva messa in scena. Con un bel cast che ha però un'assoluta protagonista: l'espressiva Carey Mulligan. Di fattura televisiva e un po' di maniera, ma l'argomento è troppo interessante per non coinvolgere lo spettatore

Ancora un altro film in uscita oggi al cinema. Un film un po' "sottotono" con fattura da film tv, però importante per la storia raccontata.
Mi riferisco a Suffragette di Sarah Gavron.
Ecco la recensione:





Suffragette di Sarah Gavron del 2015. Con Carey Mulligan, Helena Bonham Carter, Meryl Streep, Natalie Press, Anne-Marie Duff, Romola Garai, Ben Whishaw, Adam Michael Dodd, Brendan Gleeson, Samuel West. (106 min. ca.)
Londra, 1912. Maud Watts (Mulligan) lavora da quand'era bambina in una lavanderia, è sposata con Sonny (Whishaw) e ha un figlio piccolo, George (Dodd). Pian piano e senza rendersene quasi conto, verrà coinvolta dalla sua collega Violet Miller (Duff) nel movimento delle suffragette, che lottano per far ottenere il diritto di voto alle donne. Maude troverà una forza inaspettata, trovandosi addirittura ad affrontare l'esperienza del carcere per aver preso parte alle proteste, o la lontananza dal figlio George. Grazie al suo contributo - insieme a quello delle altre - si arriverà ad ottenere il cambiamento della Costituzione britannica nel 1928. 



















Film drammatico/storico che si focalizza in particolare su un solo personaggio - quello di Maud per l'appunto - per parlare di una realtà ben più estesa. 
Bella idea di partenza, così come è resa in maniera ottima la ricostruzione degli ambienti (con scenografie davvero suggestive) in simbiosi con la fotografia che sa sfruttare le luci serali, i luoghi chiusi. 
I costumi sono impeccabili, tanto che sembra di entrare veramente in quel mondo, in quell'epoca. Bravissimi anche gli attori. Su tutti (anzi, tutte) Carey Mulligan che con la sua espressività riesce ad essere credibile mostrando tutte le sfumature di Maud: l'essere coraggiosa e fiera, ma anche il doversi lasciar andare a momenti di struggimento. Davvero in gamba. Bello ritrovare Helena Bonham Carter in un ruolo inconsueto per lei, ossia non da svitata o personaggio bizzarro, quanto forte e determinata: Edith Ellyn, la farmacista ribelle, riesce ad avere molto carisma grazie a lei. Anne-Marie Duff è come sempre spontanea ed espressiva. Un po' sottotono Ben Whishaw, bravo il bambino. Natalie Press invece interpreta il ruolo di Emily Davison, colpita dal cavallo di re Giorgio V durante un derby dove era andata per protestare (l'8 giugno 1913). Meryl Streep fa un cameo nel ruolo di Emmeline Pankhurst, politica e leader del movimento per il suffragio femminile. Quindi personaggi realmente esistiti e finzione si intersecano in modo omogeneo. 
I difetti maggiori di quest'opera sono l'essere troppo di maniera, troppo romanzata e forzata (con alcuni momenti creati a tavolino per creare una certa emozione nel pubblico), con stereotipi (il personaggio del poliziotto prima severo che alla fine quasi si pente) e la fattura è televisiva: non ha un respiro cinematografico, per quanto le qualità di cui sopra riescano a mitigare questa sensazione. 
È comunque interessante come tematica (viene utilizzato anche un filmato d'epoca nel finale) e si vede che c'è stato un'impegno, ma la regia della Gavron non è così originale se non in alcuni momenti di impatto (le scene di massa in verità sono dirette bene) e - come succede comunemente con questi generi - risulta didascalico. (Le musiche di Alexandre Desplat non sono troppo ridondanti e al contempo anonime - come quelle di The Danish Girl* -, si integrano bene anche se non lasciano il segno). Coinvolgente tutto sommato. 
Da vedere per curiosità. Consigliato.

*Mia recensione
Voto: ***





Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











  

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