martedì 24 marzo 2015

Amami se hai coraggio di Yann Samuell, commedia bizzarra e fantasiosa con la coppia (vera. Ma loro ancora non lo sapevano) Canet-Cotillard

Oggi vi voglio parlare di un film francese di qualche anno fa molto particolare, con una giovanissima Marion Cotillard.
Mi riferisco ad Amami se hai coraggio di Yann Samuell.
Ecco la recensione:




Amami se hai coraggio (Jeux d'enfants) di Yann Samuell del 2003. Con Guillaume Canet, Marion Cotillard, Emmanuelle Grönvold, Gérard Watkins, Gilles Lellouche. (93 min. ca.)
Julien Janvier e Sophie Kowalsky sono compagni di scuola. Per evadere da due famiglie particolari (lui con padre padrone e una madre ammalata, lei allevata dalla sorella maggiore) inventano un gioco passandosi una scatola di latta con il disegno di una giostra: ogni volta devono pagare una sorta di pegno. Questo divertimento verrà portato avanti anche da adulti, soltanto che per loro diventerà ambiguo perché l'amore prenderà sopravvento sull'amicizia anche se sulle prime tutti e due non lo vogliono ammettere a se stessi. 


















Commedia bizzarra, colorata, frenetica, dai dialoghi veloci e divertenti. Molte situazioni grottesche e demenziali - nonché le atmosfere - ricordano Il favoloso mondo di Amélie di Jean-Pierre Jeunet. Un mondo scanzonato anche questo (ma non privo di sofferenze) con i due protagonisti che si rincorrono e non possono fare a meno l'uno dell'altra. 
La regia (d'esordio) è buona, la sceneggiatura ha forse qualche buco ma non importa. Ciò che importa è l'insieme. E la chimica tra Giullaume Canet e Marion Cotillard (che sono una coppia - con un figlio, Marcel - anche nella vita reale e si sono conosciuti proprio girando questa pellicola): ovviamente fanno scintille. Bravi, affascinanti e spiritosi (la Cotillard dovrebbe interpretare più ruoli del genere). Un film davvero particolare e fantasioso, che spiazza. Potrebbe peccare di prevedibilità ma il risultato è comunque piacevole.
Da vedere. Consigliato. (Il titolo italiano è da ergastolo: Jeux d'enfants si poteva benissimo tradurre letteralmente).


Voto: ***






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

domenica 22 marzo 2015

Maleficent di Robert Stromberg, rivisitazione di un classico Disney con attori in carne ed ossa e uso massiccio di computer grafica. Gradevole nelle intenzioni (mostrare l'umanità del cattivo), ha una regia poco solida e soluzioni semplicistiche

Oggi vi voglio parlare di un film recente che è stato una delusione per parecchi motivi nonostante le buone intenzioni. È il remake di un cartone animato del passato.
Mi riferisco a Maleficent di Robert Stromberg.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, SPOILER nel testo]:





Maleficent di Robert Stromberg del 2014. Con Angelina Jolie, Elle Fanning, Sharlto Copley, Lesley Manville, Imelda Staunton, Juno Temple, Sam Riley, Brenton Thwaites, Kenneth Cranham, Hannah New, Isobelle Molloy, Michael Higgins, Ella Purnell, Jackson Bews, Vivienne Jolie-Pitt. (97 min. ca.)
Venendo al punto: la storia de La bella addormentata nel bosco e sorta di remake rivisitato con attori in carne ed ossa del classico d'animazione - sempre della Disney - del 1959. 
Qui Maleficent (ossia Malefica), si affeziona ad Aurora nonostante le premesse e sarà proprio lei a salvarla dal suo stesso incantesimo e non il Principe Azzurro. 














Messa in scena impeccabile, soggetto interessante e riflessione sul concetto di amore - materno, genitoriale e non solo - (la pellicola è prodotta dalla Jolie tra l'altro e tutto torna). 
Ha diversi pregi: è conciso, non si perde in lungaggini e non ci sono le solite canzoncine noiose e melense. E poi si mostra la protagonista Malefica come un personaggio che prova emozioni, sentimenti, che sa pentirsi delle decisioni prese (pur avendo avuto le sue ragioni in verità). Insomma, un altro punto di vista su uno dei veri cattivi della Disney. 
Per contro invece c'è un uso troppo massiccio degli effetti speciali che offusca, confonde e rovina perfino tutta la magia facendo di tutto per creare anche un effetto dark che però stride con la leziosità di fondo. 
Angelina Jolie ritoccata anche lei è abbastanza credibile e fa la sua figura, gli altri personaggi sono scialbi. A partire dall'Aurora sedicenne: una Elle Fanning inespressiva. Sharlto Copley è bravino e ha la faccia giusta. Sprecata l'ottima Imelda Staunton nel ruolo di una delle tre fatine, Giuggiola (Knotgrass). 
Il risultato è un film interessante ma poco incisivo, dalla regia non tanto solida. 
Un'occasione sprecata (ma si sapeva fin dall'inizio). 
Da vedere per curiosità. I bambini apprezzeranno.


Voto: **1/2







Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

sabato 21 marzo 2015

La Migliore Offerta di Giuseppe Tornatore, film in bilico tra diversi generi che sa stupire e angosciare. Geoffrey Rush come sempre ottimo. A parte qualche lungaggine e schematicità è una pellicola che si fa guardare piacevolmente

Oggi vi voglio parlare di un film recente diretto da un regista italiano ma con interpreti stranieri.
Un film che era stato considerato anche per gli Oscar.
Mi riferisco a La Migliore Offerta di Giuseppe Tornatore.
Ecco la recensione:




La Migliore Offerta di Giuseppe Tornatore del 2013. Con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland, Philip Jackson, Dermot Crowley, Kiruna Stamell, Liya Kebede. (125 min. ca.)
Virgil Oldman (Rush) è un famoso battitore d'asta e collezionista di mezza età che grazie all'aiuto del suo amico Billy (Sutherland) riesce ad accaparrarsi dei ritratti femminili di inestimabile valore per tenerli nascosti per suo personale piacere in una stanza blindata di casa. Virgil è inoltre maniaco dei germi, indossa perciò sempre dei guanti, non riesce ad avvicinare nessuno per il carattere brusco e non ha mai avuto una donna. Le cose cambieranno quando Claire Ibbetson (Hoeks), proprietaria di una villa con diverse cose di valore, decide di far valutare il suo patrimonio a Virgil. Ma c'è un problema: la ragazza, giovanissima, soffre di agorafobia e non esce mai. Inizierà un strano rapporto di fiducia/scontro e amore. 




















Film in bilico fra diversi generi: parte come una commedia, prosegue come un mistery, va avanti come un film sentimentale, cambia e diventa un thriller e finisce come un film drammatico. 
Il risultato è un'opera che stupisce, che appare avvincente al primo impatto ma che sembra arenarsi e diventare ripetitiva verso la metà e ha una ripresa improvvisa verso il finale che spiazza. 
Il colpo di scena qui è funzionale e lascia realmente sorpresi. Quindi il soggetto è valido, l'idea anche, tutto è molto suggestivo ma qualche lungaggine di troppo - seppur utile, col senno di poi - rende il tutto un po' troppo pesante. 
Inoltre soffre di poco respiro, sembra troppo schematico. 
Gli attori sono bravi. O almeno Geoffrey Rush è come al solito un vero gigante. Qui non si smentisce. Dolnald Sutherland riesce come sempe a fare benissimo il personaggio ambiguo: bravissimo. Jim Sturgess fa la sua parte. Sylvia Hoeks, modella e attrice è eteriea e sfuggente, insignificante. 
La regia di Tornatore ha lo stesso difetto di cui sopra: sembra imbrigliata. 
La colonna sonora di Morricone è al di sotto dei suoi standard. 
È comunque un film coinvolgente, affascinante, che ha dei momenti di puro stupore e lascia un velo di tristezza e angoscia. 
Da vedere. Consigliato.


Voto: **1/2/***







Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata