lunedì 30 ottobre 2017

CULT (anni '80 e non solo) - Stand By Me - Ricordo di un'estate di Rob Reiner, film drammatico/d'avventura e storia di formazione su un gruppo di ragazzini americani dell'Oregon che, durante un'estate apparentemente anonima, vivranno un'esperienza memorabile

Oggi vi voglio parlare (tanto per rimanere in tema con Stephen King) di un film di molti anni fa. Un film cult di un bravo regista. Un film nostalgico con un cast particolare.
Mi riferisco a Stand By Me - Ricordo di un'estate di Rob Reiner.
Ecco la recensione:





Stand By Me – Ricordo di un'estate (Stand By Me) di Rob Reiner del 1986. Con Wil Wheaton, River Phoenix, Corey Feldman, Jerry O'Connell, Kiefer Sutherland, Bradley Gregg, Casey Siemaszko, Jason Oliver, Gary Riley, Richard Dreyfuss. (88 min. ca.)
Castle Rock (Oregon), estate 1959. Gordie Lachance (Wheaton), Chris Chambers (Phoenix), Teddy Duchamp (Feldman) e Vern Tessio (O'Connell), sono dei ragazzini che vengono a conoscenza che il cadavere di un loro coetaneo, Ray Brower, si trova in mezzo al bosco. Decidono perciò di partire, di vedere con i loro occhi e di portarlo indietro come "ricompensa" (Vern l'ha saputo da suo fratello ascoltando di nascosto una sua conversazione). Il viaggio a piedi, al caldo e pieno di varie peripezie, unirà il gruppetto, anche se solo per pochi giorni in realtà. 





















Film drammatico/d'avventura tratto dal racconto Il corpo di Spephen King. 
Di formazione, si discosta dai film di genere per ragazzi, pur avendone ovviamente l'impronta. 
I toni infatti sono molto più seriosi (anche se comunque la voce narrante è quella del piccolo protagonista Gordie. Non a caso, dato che il suo sogno è di diventare uno scrittore) e sono presenti scene drammatiche molto intense. 
Nonostante ciò però l'ambientazione, il linguaggio che è quello esattamente da ragazzini (con ragionamenti astrusi compresi. Ed il bello è lì), la colonna sonora - stupenda, gran scelta dei brani - peculiare, rendono l'atmosfera piacevole anche per un pubblico piuttosto giovane che vuole approcciarsi ad una pellicola "diversa" dal solito, più matura. 
Si percepisce - in lingua originale ancor più forte - la sincerità nel portare sullo schermo dei personaggi spontanei, senza troppe sovrastrutture. 
Insomma, nonostante i temi e i protagonisti, si tratta di un film, nostalgico e molto malinconico. Forse uno dei migliori sull'amicizia preadolescenziale. 
Chi spiccava tra il cast? Probabilmente il grande e compianto River Phoenix. 
Diventato a ragione uno dei cult degli anni '80 e fonte di ispirazione di molte altre pellicole (ha dato vita anche a parodie, ecc....). 
Leggero, delicato, semplice ma al contempo profondo. Lascia sempre qualcosa. 
Poi ha magnifiche scene memorabili (come il bagno nel lago e le sanguisughe). 
Da vedere e rivedere assolutamente. Consigliatissimo. 


Voto: ****




Il trailer:







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lunedì 23 ottobre 2017

The Meyerowitz Stories di Noah Baumbach, commedia drammatica e tragicomica (com'è tragicomica la vita stessa) con un cast azzeccato

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film targato Netflix diretto da un regista e autore che riesce sempre a realizzare film intelligenti e ironici nonostante i temi trattati, nonostante i protagonisti siano fuori dagli schemi.
Mi riferisco a The Meyerowitz Stories di Noah Baumbach.
Ecco la recensione:





The Meyerowitz Stories (The Meyerowitz Stories (New and Selected)) di Noah Baumbach del 2017. Con Adam Sandler, Ben Stiller, Dustin Hoffman, Emma Thompson, Grace Van Patten, Candice Bergen, Elizabeth Marvel, Rebecca Miller, Judd Hirsch. (110 min. ca.)
Danny Meyerowitz (Sandler) si sta separando dalla moglie e va momentaneamente a vivere con la figlia Eliza dall'anziano padre Harold (Hoffman), artista scultore che sarà presto celebrato con una retrospettiva. La vendita della casa e delle relative opere da parte della nuova moglie dello stesso Harold (Thompson), i risentimenti vari tra fratelli [a Danny si aggiungono Matthew (Stiller) e Jean (Marvel)], creano un clima insostenibile, eppure, imprevedibilmente, di unità familiare.











Commedia drammatica (targata Netflix) molto parlata e, come tutte le opere del grande Baumbach, molto bizzarra.
Divisa in capitoli per i vari fratelli e la molte vicissitudini, è un film con i toni dell'assurdo, tragicomico e cinico.
Si ride a denti stretti per situazioni molto più vicine a noi di quanto si possa immaginare.
In fondo il regista parla di una famiglia come tante (con personaggi particolarissimi, sempre così complicati), col patriarca che si crede chissà quanto importante quando invece è anche lui un mediocre. E della vita.
Il cast è perfetto. Prendi Adam Sandler e Ben Stiller, due attori tra i più legnosi che ci possano essere, e falli recitare la parte che si meritano ed ecco che funzionano. Sorretti da un Dustin Hoffman perfettamente imbolsito e una Emma Thompson svagata. Ottima Elizabeth Marvel. Bello ritrovare un'icona come Candice Bergen.
Non un piccolo capolavoro di vitalità e così originale come molte altre pellicole del regista (si pensi a Il calamaro e la balena* o Frances Ha*, ad esempio. In questo caso la trama sa di già visto), ma pur sempre un buon esempio di come dovrebbe essere una commedia dinamica, fresca e leggera pur trattando anche temi delicati. Baumbach rimane in ogni caso una garanzia per questo.
E confeziona un film surreale, tenero, un po' à la Woody Allen.
Piacevole.
(Presentato in concorso nella scorsa edizione del Festival di Cannes)
Da vedere. Consigliato.

*Mie recensioni
Voto: ***





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IN SALA - It di Andy Muschietti, horror basato sull'omonimo romanzo di Stephen King. Belle atmosfere trasposte negli anni '80, perciò con quell'effetto nostalgia che non può non colpire e non renderlo simpatico. Ottima anche la tematica dell'amicizia tra ragazzini, ma come paura non ci siamo: i jumpscare sono prevedibilissimi. Un peccato

Oggi vi voglio parlare di un film da giovedì scorso nelle sale. Un film horror che subito si è imposto al botteghino, essendo molto atteso.
Mi riferisco a It di Andy Muschietti.
Ecco la recensione:





It di Andy Muschietti del 2017. Con Jaeden Lieberher, Bill Skarsgård, Wyatt Oleff, Jeremy Ray, Sophia Lillis, Finn Wolfhard, Jack Dylan Grazer, Chosen Jacobs, Nicholas Hamilton, Jackson Robert Scott. (135 min. ca.)
La trama è nota, essendo il film basato sull'omonimo romanzo di Stephen King ed essendo famosissima la serie tv che nel 1990 aveva terrorizzato i bambini nati negli anni '80.


















Sì, è ritornato il clown Pennywise a terrorizzare un gruppo di ragazzini di Derry.
Horror ambientato negli anni '80 per un effetto nostalgia assicurato (punta come target ovviamente a quei bambini ormai più che adulti, oltre ad altre fette di pubblico).
Ed è proprio questa l'arma a doppio taglio. Se già la serie puntava molto sull'aspetto à la Stand By Me (altra opera - racconto - di King a cui era seguita una meravigliosa pellicola di Rob Reiner), qui l'effetto raddoppia, tanto da apparire ridonante sul resto.
Infatti, a parte le risate qua e là per le battute dei protagonisti, l'efficacia della parte visiva, della scenografia, del trucco, la colonna sonora anonima ma peculiare, ecc..., il film in sé non fa realmente paura.
I jumpscare sono telefonatissimi, prevedibili: solo in una o due occasioni sono celati perciò riusciti. Ovviamente la messa in scena è tutt'altra cosa rispetto alla serie (che è invecchiata maluccio, ma nonostante tutto si lascia vedere), tuttavia neanche il bravo Bill Skarsgård e i suoi dentoni aguzzi riescono ad incutere più di tanto timore (semmai disgusto).
Fin dall'inizio, d'accordo, c'è atmosfera, c'è suggestione, ma non un subdolo terrore.
È anche vero che questo è un horror dall'impianto classico e di puro e semplice intrattenimento.
Ed infatti intrattiene, non annoia, diverte addirittura, ma è un prodotto piuttosto fine a se stesso.
Con una regia davvero impeccabile (alcune panoramiche sono meravigliose), per carità, e una fotografia altrettanto puntuale.
Per non parlare del cast: tutti davvero molto bravi. Jaeden Lieberher (ricordiamolo in St. Vincent*) è carismatico al punto giusto. Sophia Lillis adorabile nei panni della sfortunata Bev.
Anche la sceneggiatura non è affatto male, eppure... eppure potrebbe lasciare indifferenti.
Ben fatto, simpatico (e ha tutto ciò che serve per piacere), ma lì finisce.
Ciononostante, urge la seconda parte (questo è il Capitolo uno), per capire se l'effetto Goonies passerà riuscendo ad essere presa sul serio come opera a tutto tondo.
Comunque da vedere al cinema. Consigliato.

*Mia recensione
Voto: **1/2/***





Il trailer:








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