giovedì 30 luglio 2015

Across the Universe di Julie Taymor, musical colorato e ben confezionato, con messaggio pacifista e musiche dei Beatles. Purtroppo risulta un po' troppo finto, didascalico e pretenzioso per convincere del tutto

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa. Un musical colorato, con belle canzoni, eppure un po' troppo finto per convincere appieno.
Mi riferisco ad Across the Universe di Julie Taymor.
Ecco la recensione:





Across the Universe di Julie Taymor del 2007. Con Evan Rachel Wood, Jim Sturgess, Joe Anderson, Dana Fuchs, Martin Luther McCoy, T.V. Carpio, Salma Hayek, Logan Marshall-Green. (131 min. ca.)
A Liverpool Jude (Sturgess) è un giovane operaio nel cantiere navale, fidanzato da tempo. Va nel New Jersey per conoscere suo padre, un onesto custode della Princeton. Lì fa amicizia con Max (Anderson) e Lucy (Wood). Si trasferiscono a New York, città che ufficializza l'amore fra lui e Lucy. Nel gruppetto di amici e conoscenti si uniscono la proprietaria dell'appartamento in cui vivono, Sadie (Fuchs), cantante ribelle innamorata di JoJo (McCoy), Prudence (Carpio) e altri personaggi. Purtroppo si mette di mezzo Paco (Marshall-Green), pacifista rivoluzionario. Tutto sembra andare a rotoli, Jude torna in patria ma poi si pente e va di nuovo in America dalla sua amata. 





























Interessante musical inno contro la guerra e molto figlio dei fiori (come il cult Hair, del resto). 
Le trentatrè canzoni dei Beatles sono soltanto un pretesto per rappresentare l'altra faccia della medaglia di un'America senza scrupoli. 
I personaggi sono ovviamente ispirati agli stessi brani del gruppo di Liverpool. Ci sono molti riferimenti a loro quattro e ad altre personalità della musica dell'epoca (Sadie somiglia palesemente a Janis Joplin, JoJo è Jimi Hendrix). 
Le scenografie sono coloratissime, le coreografie veramente curate di Daniel Ezralow stupiscono e convincono, gli attori si impegnano (i due protagonisti su tutti), ci sono bellissimi camei (quello "doveroso" per il periodo storico trattato di Joe Cocker e quello simpatico di Bono, veramente carismatico e bravissimo. Forse il migliore lì dentro). 
Purtroppo però Julie Taymor, anche qui come in Frida*, non ha il senso della misura, calca troppo la mano e punta sull'eccesso. Il risultato a volte è pomposo, fine a se stesso e in qualche modo involontariamente ridicolo. 
Poi questo è uno di quel musical nei quali gli attori si "cantano addosso" durante i dialoghi. Quindi c'è continuità ma anche troppa finzione. 
Il ritmo forsennato, il montaggio perfetto, la fotografia patinata e il messaggio di fondo non bastano. Il finale, seppur emozionante con il concerto di Sadie sopra il tetto (che ovviamente ricorda quello famoso dei Beatles) a cui si unisce Jude, è addirittura banale, soprattutto quando partono i titoli di coda. 
Buona l'intenzione ma il risultato è banalotto. Un peccato. 
Comunque da vedere per curiosità. Consigliato. 
(I Beatles rimangono intoccabili).

*Mia recensione
Voto: **1/2






Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

lunedì 27 luglio 2015

Il segreto del suo volto di Christian Petzold, dramma sentimentale sul recupero dell'identità da parte di una donna sopravvissuta alla Shoah. Purtroppo, nonostante la suggestione, la vicenda è troppo prevedibile

Oggi vi voglio parlare di un film tedesco recente. Un film emozionante e ben recitato ma un po' banale.
Mi riferisco a Il segreto del suo volto di Christian Petzold.
Ecco la recensione:





Il segreto del suo volto (Phoenix) di Christian Petzold del 2014. Con Nina Hoss, Ronald Zehrfeld, Nina Kunzendorf, Michael Maertens, Imogen Kogge. (98 min. ca.)
Nelly Lenz (Hoss), ebrea sopravvissuta al campo di sterminio ma dal viso sfigurato, subisce un massiccio intervento di ricostruzione facciale. Dopodiché decide di trovare il marito Johnny (Zehrfeld). Riesce ad avvicinarlo, non la riconosce. Anzi, le propone, dato che invece riconosce una somiglianza, di spacciarsi proprio per la moglie (ormai ex, dato che nel frattempo si è anche risposato) e guadagnarsi anche dei soldi. Nelly accetta con il pretesto di fargli cambiare idea e di scoprire di più sul suo conto. 















Film tedesco e variazione sul tema dei sopravvissuti allo sterminio nazista piuttosto inconsueto, metafora della perdita dell'identità e della difficile rinascita. 
Il tutto condito da mistero e sentimenti (in effetti si può considerare un dramma sentimentale). 
Molto patinato, la regia è solida, non si perde in prolissità e c'è una buona direzione degli attori: la glaciale e scossa Nina Hoss è perfetta nel ruolo della protagonista: smarrita, indifesa e molto, molto espressiva. Ronald Zehrfeld ha la fisicità giusta.
Purtroppo però, anche se il finale aperto - e toccante - evita la totale banalità, quando il gioco viene svelato, ogni scena è troppo scontata e prevedibile. 
Un peccato, perché sarebbe anche scritto bene, avrebbe la giusta atmosfera ed è emozionante. 
Ma ciò non basta, risulta poco incisivo. 
Comunque da vedere per curiosità. Consigliato.


Voto: **1/2







Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

domenica 26 luglio 2015

CULT: Thelma & Louise di Ridley Scott, on the road al femminile pieno di umorismo grottesco, momenti memorabili, scenari mozzafiato e due attrici - Susan Sarandon e Geena Davis - eccezionali. Un film entrato doverosamente nella storia del cinema

Oggi vi voglio parlare di un film di un bel po' di anni fa. Un cult entrato a diritto nella storia del cinema.
Mi riferisco a Thelma & Louise di Ridley Scott.
Ecco la recensione:




 
Thelma & Louise di Ridley Scott del 1991. Con Geena Davis, Susan Sarandon, Harvey Keitel, Michael Madsen, Christopher McDonald, Stephen Tobolowsky, Brad Pitt, Timothy Carhart. Arkansas. Louise Sawyer (Sarandon) è una quarantenne cameriera in un fast food ed è fidanzata con Jimmy (Madsen), un ragazzo insignificante. Invita Thelma Dickerson (Davis), trentenne sposata con Darryl (McDonald), un uomo menefreghista e sessista, a un weekend in montagna lontane da tutto e da tutti a bordo di una Ford Thunderbird verde. La breve vacanza inizia già male la sera stessa quando Louise per difendere Thelma da uno stupro nel parcheggio di un country western, uccide Halan (Carhart), un rozzo frequentatore assiduo del locale. A questo punto inizia la fuga da parte delle due con Louise che non vuole costituirsi per un segreto che si porta dietro dal Texas. Tutto ciò innescherà e "giustificherà" una serie di azioni violente che soprattutto Thelma attuerà per salvarsi. Ma la polizia e l'FBI le insegue. Solo l'agente Hal (Keitel), che conosce il passato di Loiuse, sta dalla loro parte. Ma non sarà sufficiente. 



























Pellicola in bilico tra commedia, dramma e film d'avventura/road movie, è ancora oggi stupefacente per scrittura, per suggestione e ritmo. 
Le due protagoniste sono perfette (le coppie scartate forse non avrebbero fatto di meglio. Meryl Streep-Goldie Hawn, Michelle Pfeiffer-Jodie Foster): infantile e alla ricerca del brivido Thelma, una Geena Davis convincente; oscura e complessa Susan Sarandon (la migliore delle due, sia per l'intepretazione meno sopra le righe e più sentita, che per la caratterizzazione del suo personaggio). Brad Pitt credibile nel ruolo del ladruncolo affascinante e manipolatore (si era pensato anche a George Clooney). Gli altri fanno la loro (Harvey Keitel ad esempio). 
Pieno di umorismo grottesco a sottolineare l'assurdità del piano delle "eroine" ma anche per descrivere gli uomini come degli stupidi. In effetti è una specie di bandiera del femminismo. 
Pieno di tensione, ricco di scene spettacolari e paesaggi mozzafiato (il Grand Canyon è l'apice di tutto anche per la corsa folle con la polizia alle calcagna) su strade deserte e polverose. 
La colonna sonora è azzeccata per i vari momenti. 
Un film che rasenta la perfezione entrato nell'immaginario collettivo, coinvolgente fin dai titoli di testa, con sequenze memorabili e un finale tragico quanto epico e coerente con la pazzia di questa coppia diventata mitica da subito.
Cult da vedere e rivedere assolutamente (in lingua originale si può godere dell'accento bovaro tipico del Tennessee/Texas. La voce della Sarandon poi è completamente diversa da quella doppiata che tutti conoscono, ossia stridula). Consigliatissimo.


Voto: ****








Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata