Mi riferisco a Wonderstruck di Todd Haynes.
Ecco la recensione:
Wonderstruck di Todd Haynes del
2017. Con Oakes Fegley, Julianne Moore, Michelle Williams, Millicent
Simmonds, Amy Hargreaves, Cory Michael Smith, Tom Noonan. (117 min. ca.)
Due storie
parallele: una nel 1927 e una negli anni '70 che hanno al centro Ben
(Fegley) e Rose (Simmonds), due bambini orfani e sordi, i quali
cercano di avvicinarsi ai propri familiari. Tutti e due hanno in
comune anche una visita speciale nel museo di storia naturale di New
York e un libro... Le loro vicende si incroceranno.
Film drammatico
basato sul romanzo di Brian Selznick e sceneggiato dallo stesso
Haynes.
La stanza delle meraviglie è il titolo, ma di
meraviglia e di stupore ce n'è ben poco, purtroppo.
Il regista sa
giocare con il B/N - le parti da cinema muto in pratica - e con
quelle più moderne (con il suo mito Bowie che riecheggia qua e là)
con la solita bella fotografia di Edward Lachman e la colonna sonora
dolce in stile Elmer Bernstein.
Eppure non riesce a convincere, a
coinvolgere: fa invece rimanere impassibili. Anche le scene che
dovrebbero essere "madri", strappalacrime o commoventi,
risultano completamente prive di pathos e di vero interesse. La
delicatezza, il suo sguardo, il suo amore per New York, per le foto e
il cinema in B/N con i bambini protagonisti (la pellicola è vista
con gli occhi di questi bambini "perduti") si sentono
tutte. Ma è sottotono, non c'è brio.
E nel momento stesso in cui
l'interesse dello spettatore, - durante la svolta cruciale -, si fa
viva, poi viene smorzata da un prosieguo inconsistente, poco
incisivo.
I bambini sono bravissimi, Julianne Moore dove la metti fa
la sua figura.
Tuttavia, nulla può ad un film che ha sì il cuore,
ma non lo dimostra al pubblico e il finale poetico ed etereo,
svanisce per l'appunto con tutto il resto.
Ciò che rimane è la
delusione per un'opera che poteva essere e non è stata, che vaga in una strana superficialità.
E
soprattutto per aver constatato, ahinoi, che anche il grande Todd
Haynes non è infallibile (stavolta la gestualità e il non detto, non sono riusciti nell'intento di dare realmente qualcosa).
Capita anche ai migliori, ma dispiace, specialmente dopo quel gioiellino (anzi, sbilanciamoci: capolavoro) che è Carol* (non che gli altri fossero inferiori. Vogliamo parlare di Lontano dal paradiso?)
Da
vedere solo per curiosità (in lingua originale). È stato proiettato
in pochi cinema selezionati nonostante fosse in concorso a Cannes.
Probabilmente è meglio così.
*Mia recensione
Voto: **1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
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