Mi riferisco a Chiamami con il tuo nome di Luca Guadagnino.
Ecco la recensione:
Chiamami col tuo nome (Call Me By Your Name) di Luca
Guadagnino del 2017. Con Timothée Chalamet, Armie Hammer, Michael
Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victoire Du Bois. (132 min. ca.)
Campagna
della Lombardia, estate 1983. Elio (Chalamet), un diciassettenne
poliglotta e colto, passa le vacanze nella villa di famiglia. Lì
conoscerà Oliver (Hammer), uno studente universitario ospitato dal
padre professore (Stuhlbarg). I due si innamoreranno follemente tra
entusiasmi, incertezze e malinconie.
Film drammatico/sentimentale
tratto dal romanzo omonimo di André Aciman e sceneggiato da James
Ivory.
Delicato, riflessivo, ma anche molto passionale e diretto,
mette in scena con intelligenza e forza narrativa una storia d'amore
complessa ed inconsueta per il cinema. Luca Guadagnino, che ormai si
è buttato sempre più all'estero dove sta riscuotendo grandi
successi (questa sua opera ha avuto tre nomination ai Golden Globe)
dopo A Bigger Splash, prendendosi tutto il tempo
necessario, riesce a scandagliare non solo il rapporto fra i due ma
anche le sensazioni, le emozioni del giovane protagonista che vive le
sue prime esperienze sentimentali e sessuali.
Mettendo in risalto i
particolari, raccontando la vicenda in tal modo che lo spettatore si
sentirà coinvolto e la percepirà come credibile, mai telefonata. O
di cattivo gusto e superficiale.
La cura dei dettagli, del non detto
(un po' come in Carol* di Todd Haynes), gli sguardi, i
gesti sono i protagonisti insieme ad Elio e Oliver e parlano forse
più delle parole.
Eppure perfino i dialoghi sono profondi e danno di
che pensare.
Certo, il personaggio del padre si stenta a credere
possa esistere sul serio (benché un professore abbia una mentalità
più aperta), ma alcuni momenti sono toccanti e così naturali e
reali da far male.
Chi si è innamorato o ha amato/ama qualcuno potrà
confermare che quello che viene mostrato è vero amore: spontaneo,
fisico, intenso.
Meraviglioso anche per la colonna sonora (musica
classica, pop, folk dell'epoca e non: Satie, Loredana Bertè, Franco
Battiato, Sufjan Stevens...) è un film che forse saprà di déjà
vu, ma è realizzato con sapienza, senza cadute di ritmo e nei cliché
più beceri.
È un racconto di formazione e di crescita nostalgico e
suggestivo in una bella ambientazione, nella quale coesistono anche
diversi linguaggi (si passa dall'italiano al francese, dall'inglese
al tedesco).
Forse non del tutto perfetto, ma da vedere
assolutamente (meglio in lingua originale). Consigliatissimo.
*Mia recensione
Voto: ***1/2
Il trailer:
Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata
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