martedì 28 giugno 2016

Weekend di Andrew Haigh, dramma sentimentale che racconta l'incontro e l'affinità - che a breve diventa qualcosa di più che una storiella di una notte - tra due ragazzi inglesi. Tempi riflessivi, naturalezza per un film di grande sensibilità

Oggi vi voglio parlare di un film piuttosto recente. Un film controverso di un autore molto, molto interessante.
Mi riferisco a Weekend di Andrew Haigh.
Ecco la recensione:





Weekend di Andrew Haigh del 2011. Con Tom Cullen, Chris New. (96 min. ca.) 
Russell (Cullen) e Glen (New) si conoscono in un locale gay. Molto poco romanticamente finiscono subito a letto, ma col passare delle ore, quella che poteva sembrare solo una cosa di una notte, si trasforma in qualcosa di più. Purtroppo però Glen che "cerca" di diventare un artista, deve partire per gli Stati Uniti per frequentare un corso di due anni. 











Dramma sentimentale che parla di un incontro e di una relazione senza futuro. 
Russell è un timido bagnino che ancora non ha accettato del tutto la sua natura, almeno non apertamente, che tuttavia sogna l'amore romantico. Glen al contrario vorrebbe gridarlo ai quattro venti e addirittura usare la tematica dell'omosessualità per un suo progetto di arte (mediante interviste). Due personalità diverse che si attraggono e si desiderano ed entrano subito in una profonda intimità (non meramente fisica): diventano confidenti, chiacchierano, si confrontano (e finiscono anche per scontrarsi dopo aver fatto uso massiccio di droga). 
Andrew Haigh, regista del meraviglioso 45 anni*, riesce a realizzare un'opera solida pur con uno stile scarno, essenziale, che esalta i due protagonisti. Tutti e due perfetti per il ruolo, mai sopra le righe. 
Ed è proprio la naturalezza ad essere la caratteristica principale: in fondo è una storia semplice, di due giovani qualunque (anche il fatto che Russell viva in quel palazzone così anonimo conferma questa teoria) che si trovano e in poco tempo si innamorano. Sì, ci sono molte scene di sesso esplicito, viene mostrata un'assunzione fuori misura di droghe (e forse è l'unica cosa che potrebbe dar più fastidio), ma nulla che sconvolga poiché in collegamento con la relazione e il bisogno che hanno uno dell'altro. In tutto il mondo ha avuto critiche positive, qui da noi la CEI ha messo il becco e il risultato è che il film è stato distribuito in poche sale per soltanto quattro giorni (dopo quattro anni dalla sua realizzazione). 
Un piccolo film – di grande sensibilità - per una piccolissima (ma non insignificante) storia. 
Il finale è talmente vicino e realistico anche nell'usare i cliché da toccare e stupire per questo sguardo così limpido e disarmante che Haigh ha sugli aspetti della quotidianità, anche nei piccoli dettagli (il ritmo molto lento non è casuale). 
Da vedere. Consigliato. 

*Mia recensione
Voto: *** 








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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