sabato 25 giugno 2016

Delitto per delitto (l'altro uomo) di Alfred Hitchcock, thriller/poliziesco tratto dal romanzo di Patricia Highsmith e sceneggiato da Raymond Chandler. Tesissimo e pieno di trovate (molte scene cult), con attori in parte. Un gioiellino

Oggi vi voglio parlare di un film di molti anni fa. Un film di un vero maestro, Il Maestro del Brivido, anche se non tra quelli più conosciuti.
Mi riferisco a Delitto per delitto (L'altro uomo) di Alfred Hitchcock.
Ecco la recensione [ATTENZIONE, immagini e testo SPOILER]:





Delitto per delitto (L'altro uomo) (Strangers on a Train) di Alfred Hitchcock del 1951. Con Farley Granger, Ruth Roman, Robert Walker, Leo G. Carroll, Patricia Hitchcock, Laura Elliot, Marion Lorne, Jonathan Hale, Howard St. John, Norma Varden. (101 min. ca.)
Guy Haines (Granger), è un giovane e noto tennista. In treno per Metcalf fa la conoscenza di Bruno Anthony (Walker), un uomo invadente che si presenta come suo grande fan e che dimostra di conoscere tutto di lui, compresa la sua vita privata. Guy lascia trapelare che è in procinto di lasciare l'antipatica moglie Miriam (Elliot) per potersi sposare con Ann Morton (Roman), figlia di un senatore. Bruno gli fa una strana proposta ossia scambiarsi i delitti: lui ucciderebbe Miriam e Guy dovrebbe uccidere suo padre (padrone). Guy rifiuta immediatamente e quando scende dal treno è turbato. Ma Bruno non si arrende e cercherà in tutti i modi di coinvolgerlo nel suo piano... 














Thriller/poliziesco tratto dal primo romanzo di Patricia Highsmith e sceneggiato da Raymond Chandler. 
Claustrofobico, dal ritmo sempre costante e dalla tensione palpabile. 
I personaggi sono riuscitissimi, ben caratterizzati e i due attori protagonisti sono perfetti. Farley Granger è impeccabile nel ruolo della vittima braccata, pedinata, messa alle strette. Ha la faccia, il piglio giusto e la fisicità, tra l'altro, del tennista. Robert Walker è davvero inquietante nel ruolo dell'intrigante viscido manipolatore (nonché pazzo): fa innervosire addirittura. 
Molte le scene ansiogene: Guy sta giocando e tra il pubblico tutti seguono la pallina e muovono la testa ritmicamente. L'unico che rimane fermo fissando Guy è Bruno. Successivamente c'è la vera partita di tennis che viene intervallata con Bruno che cerca di recuperare l'accendino (oggetto fondamentale per la storia insieme agli occhiali da vista) cadutogli nella grata di un tombino. Oltre che la regia, in questo caso è il montaggio a valere tutto. Lo spettatore prova la stessa sensazione di spossatezza e di fretta che attanaglia il protagonista che non vede l'ora di terminare il gioco. E in ultima quella clou con la giostra dei cavalli impazzita, i bambini che si divertono (momentaneamente), i due che si malmenano e la polizia pronta ad intervenire. Lì la tensione è alle stelle. 
Da non scordare alcuni momenti che stemperano quella tensione. Ad esempio quando un poliziotto entra in un taxi per seguire Guy, ma all'interno c'è una signora anziana e le fa: "Mi dispiace signora, ma stiamo seguendo un uomo" e lei ribatte: "Davvero? Che emozione!". Ed interessante è anche la sorella di Ann, Barbara (interpretata dalla figlia di Hitchcock), che dice tutto ciò che pensa (ed è acutissima). 
Un film straordinario, meno conosciuto rispetto agli altri capolavori del Maestro, ma godibile, avvincente, elettrizzante come dovrebbero essere tutti i thriller. Tiene inchiodato alla poltrona con una trama non troppo contorta ma ben articolata. 
Ottimi gli ambienti e la fotografia suggestiva in B/N, ottima la colonna sonora e i temi cari al regista inglese: il complesso di Edipo e l'omosessualità latente (qui da parte di Bruno). Quest'ultima è una tematica fortissima anche nei romanzi della Highsmith. Qui viene solo suggerita (per ovvie ragioni), ma l'ambiguità strisciante e morbosa diviene evidente per un pubblico scafato (e moderno). 
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo. 


Voto: ***1/2/****








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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