Mi riferisco ad Edmond di Stuart Gordon.
Ecco la recensione:
Edmond di Stuart Gordon del 2005.
Con William H. Macy, Rebecca Pidgeon, Denise Richards, Mena Suvari,
Julia Stiles, Frances Bay, Joe Mantegna, Jeffrey Combs, Debi Mazar,
Bai Ling, Dylan Walsh, Bokeem Woodbine, Dulé Hill, George Wendt,
Lionel Mark Smith, Wren T. Brown. (82 min. ca.)
Edmond Burke (Macy) è un uomo
qualsiasi, sposato con una bella donna, che annoiato da lei e da
quella vita (fondamentalmente si sente solo), una sera sul tardi,
dopo essersi fatto leggere le carte da una veggente, decide mollarla
e di uscire di casa. Va al bar e trova un uomo che comincia a
parlargli della differenza tra bianchi e neri e tra un discorso
razzista ed un altro, dopo aver scoperto che si sta lasciando con la
moglie, gli dà il biglietto da visita di uno strip club. Da lì
inizierà un incubo che porterà Edmond a compiere azioni violente.
Film thriller/drammatico basato sulla pièce teatrale omonima di
David Mamet del 1982.
A metà strada tra American History X*
e Fuori orario, è una pellicola davvero acuta e
politicamente scorretta (senza farlo pesare). Molto diretta, priva di
prolissità, sa cosa dire e come dirlo.
William H. Macy, protagonista
assoluto, è sempre eccezionale nella parte del personaggio patetico
e anonimo che si mette nei guai con le sue stesse mani (vedasi Fargo* dei Coen). Interpretazione impeccabile. Lo
spettatore segue la sua discesa negli inferi e i suoi cambiamenti
repentini (la scena in metro con la donna di colore è forse il punto
più alto: lì la sua performance mette i brividi perché ormai il
suo Edmond è sembra completamente fuori di testa), i suoi monologhi
solo apparentemente sconclusionati, con un misto di inquietudine e
divertimento.
Sì, perché si sorride amaramente in molti casi,
spaventati da un uomo che sembra uscito da Quinto potere.
La sconvolgente spirale di follia è ben messa in scena (regia di
polso, senza fronzoli), ma soprattutto ben scritta (dallo stesso
Mamet). Tutto fila senza intoppi, tutto è coerente e segue una
logica. Fino al finale a sorpresa (un po' subodorato) che spiazza, dà
di che pensare.
Le riflessioni sulla vita e sulla morte fatte
nell'ultima scena sono a metà tra lucidità e alienazione.
Un film
cinico, dai toni grotteschi, realmente particolare, di impatto, avvincente.
Un
peccato sia passato in sordina.
Da vedere assolutamente.
Consigliatissimo.
*Mie recensioni
Voto: ***1/2
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